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Nebel – La nostra recensione

Connessione e disconnessione, rumore e silenzio, solitudine e attaccamento; al Festival dei Popoli un ritratto meteorologico della condizione umana

Nebel 

Nebel 

02.12.2014 - Autore: Alessia Laudati
Nebbia, ripetizione e isolamento. É un trittico di movimenti quello in cui Nicole Vögele, qui al secondo mediometraggio dopo Frau Loosli, intrappola la quotidianità di un paesino isolato e perennemente avvolto dal tappo atmosferico.

Con Nebel, Nebbia, la regista svizzera prosegue il proprio studio sul desiderio di connessione e di disconnessione degli esseri umani in ambienti ostili e selvaggi. Prima di enunciare la propria teoria metafisica, ovvero che le persone anche nella vita più segregata costruiscono degli equilibri di ritmo per dare senso alla propria esistenza, la regista crea una sinfonia macro tra una galleria di personaggi strambi e l’alternarsi della nebbia come elemento proprio del racconto. 
 
Per la centralità dell’elemento ambientale e la descrizione di personaggi dai mestieri arcaici o strambi che intorno a esso ruotano, sembra di rivivere la geometria di Sacro Gra, ma qui la solitudine è maggiore e nel racconto penetra un discorso filosofico sulla ricerca di un senso da attribuire all’esistenza. Sono i gesti quotidiani di Mr. Mohrig, che vive in un camper con poche risorse, di Mr. Ruschen il dj dell’autoscontro, o dell’astronomo che da anni studia il cielo in cerca di una presenza “altra”, a sottolineare il desiderio umano di contatto ma anche l’accettazione inevitabile di un vuoto impossibile da colmare. 
 
Il lavoro sperimentale della regista svizzera lavora sulla dicotomia, silenzio e rumore, connessione e disconnessione, orizzonti visibili e prospettive offuscate, per rispondere ai versi finali tratti dall'ottava elegia Duinese di Rainer Maria Rilke. Il paragone tra la condizione umana, tutta incapace di dimenticare il traguardo della morte e quella bestiale, sempre proiettata verso il futuro, potrebbero suonare come un finale cupo, ma è proprio il ritmo sincopato della vita, che Nebel costruisce e oppone alla forza naturale, a costituire la risposta vitale alla prospettiva di un traguardo già segnato.
FILM E PERSONE