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Motel Woodstock

Nonostante mantenga una certa poesia cinematografica, da Ang Lee è lecito aspettarsi tutt'altro livello di cinema. Il suo nuovo film gli rimane incastrato tra le mani.

Motel Woodstock - Emile Hirsch e Ang Lee

07.10.2009 - Autore: Adriano Ercolani
Dopo l’Oscar alla regia per “I segreti di Brokeback Mountain” e il Leone d’Oro a Venezia per “Lussuria” il regista taiwanese Ang Lee torna sui nostri schermi con la commedia di costume “Motel Woodstock”, incentrata sulle vicende che portarono ad uno degli eventi mediatici più importanti del XX secolo, il mitico concerto tenutosi nel 1969.

Ang Lee regista di Motel Woodstock

Come al solito, il cinema di questo autore raffinatissimo basa la sua essenza sulla delicatezza, sulla gentilezza del tocco, elementi capaci comunque di raccontare con forza e grande prepotenza emotiva storie e psicologie passionali. Nel mettere in scena la parabola del giovane Elliot, il promotore dell’evento che poi portò a il concerto Woodstock, il cineasta continua a proporre questa sua idea di cinema in maniera molto coerente, forse addirittura eccessivamente trattenuta rispetto alla materia che ha scelto di trattare; se infatti in molti momenti il film convince per la precisione e l’equilibrio tra bontà estetica e accuratezza nel tratteggiare la vita interiore delle varie figure, in altri purtroppo sembra invece mancare quel tocco di drammatizzazione che avrebbe fatto entrare maggiormente gli spettatori nel film. Anche l’attore scelto per il ruolo principale, il trentaseienne comico televisivo Demetri Martin, non riesce ad andare oltre la simpatia e fornisce un’interpretazione che a nostro avviso avrebbe dovuto essere ben più caratterizzata per convincere del tutto.

Demetri Martin protagonista di Motel Woodstock

Molto meglio gli straordinari attori che lavorano in ruoli secondari: su tutte vale assolutamente la pena citare le prove vibranti di Imelda Staunton e un irresistibile Liev Schreiber. Curato nella confezione, scritto con la giusta leggerezza, diretto con mano sicura, “Motel Woodstock” è un lungometraggio molto godibile, che però non si eleva a statuto di film da ricordare in quanto forse troppo trattenuto, attento a non eccedere, visto il rischio molto altro di scadere nella raffigurazione macchiettistica di personaggi o situazioni. Ang Lee in passato ha dato prova di saper maneggiare con ben altro equilibrio toni ed atmosfere, e questa pellicola sembra rimanergli vagamente incastrata tra le mani.

Demetri Martin e un inedito Liev Schreiber in Motel Woodstock

Si tratta comunque di un lavoro che in molte parti possiede poesia cinematografica e restituisce la forza propositiva ed ideologica di quell’epoca. Da Ang Lee è lecito però aspettarsi tutt’altro livello di cinema, visti i grandi film che in passato ha saputo regalarci.

La pellicola, presentata in Concorso all'ultimo Festival di Cannes, sarà distribuita in Italia dalla Bim a partire dal 9 ottobre.

Per saperne di più

Il nostro incontro con Ang Lee sulla Croisette di Cannes
Top Five: I cinque migliori film del regista taiwanese
Il trailer e la fotogallery di Motel Woodstock