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Maria per Roma – La nostra recensione

Roma in vespa e poi niente più; tiepido esordio per Karen Di Porto. Mancano un po' le idee

Maria per Roma

Maria per Roma

19.10.2016 - Autore: Alessia Laudati (Nexta)
Per Antonio Monda, Maria per Roma doveva essere la sorpresa della Festa del Cinema di Roma e il lavoro capace di scioccare il pubblico alla pari di quanto fece l'anno scorso Lo chiamavano Jeeg Robot. Eppure il film di Karen Di Porto non ha la stessa carica dirompente dell'opera prima di Gabriele Mainetti.

Maria per Roma racconta le peregrinazioni in vespa di Maria (Karen Di Porto) una ragazza romana che senza troppe strutture narrative, psicologiche, tematiche, vaga per la città dividendosi tra il lavoro di attrice e quello di key-holder per un'agenzia di affitto di case turistiche. Pensato con la struttura di un road-movie nella città, è un film che prova con furberia ad appoggiarsi sulla bellezza estetica e sul fascino della Roma del centro, turistica, che però non riesce mai veramente a farsi personaggio non essendo uno scenario che ha la forza vitale della borgata né tantomeno la sacralità autorale che le ha imposto un film come La grande bellezza.

E per questo Maria per Roma ha il difetto di aver reso Roma abbastanza fredda dal punto di vista emotivo oltre che a stancare un certo pubblico che da romano di nascita, romano di adozione, non ne può più di questa rappresentazione pigra della città, perché non richiede nessun particolare sforzo intellettuale, alla quale ormai il cinema dedica una ode senza fine appoggiandosi esclusivamente alla sua immagine da cartolina. 

E allora, siccome la sinfonia di Roma non risuona certo per autenticità, proviamo allora ad analizzare il lavoro sui personaggi e sulla loro capacità di intrattenere il pubblico in quel piccolo frangente in cui appaiono e poi prontamente scompaiono.

Ecco su questo punto Maria per Roma riesce a regalarci qualche momento di comicità stralunata, di tenerezza e di dolcezza, raccontando un universo che appare minore, fragile, di fronte alla maestosità di una città che fuori dalla sua facciata è invece popolata da personaggi le cui esistenze sono molto precarie, marginali, se non altro bizzarre. Per il resto Maria per Roma è un'opera prima poco interessante, anche se la sua protagonista, sceneggiatrice e regista, è attraversata da una tenera ironia che contagia tutto il film. Ma volendone descrivere il livello di armonia rispetto alla cornice nella quale è stato presentato, si tratta di un lavoro un po' troppo debole per stare in un contesto competitivo come quello della Festa del Cinema di Roma. Roma sarà pure Roma, ma non ne possiamo davvero più di inquadrature anonime sui tetti della Capitale. 
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