NOTIZIE

Lovelace - La nostra recensione

La drammatica storia della celebre 'Gola Profonda' perde mordente sul grande schermo, ma resta interessante.

Lovelace

06.05.2014 - Autore: Mattia Pasquini
La storia di Linda Boreman, in arte Lovelace, e' molto diversa da quella che sorvola generalmente l'immaginario collettivo. Diva del cinema porno, nome mitico, quella 'Gola Profonda' che tutti conoscono, ma pochi hanno visto davvero. E della quale, soprattutto, si tende a trascurare la vera storia. Il film della coppia Friedman-Epstein (gia' insieme per Urlo - biopic su Allen Ginsberg con James Franco - e alcuni documentari sui gay nel cinema americano e nei campi di concentramento nazisti) si inserisce piu' o meno nel mezzo tra il tentativo di raccontarla con compassione e quello di intercettarne la leggenda.



Scelta encomiabile e soggetto inevitabilmente interessante, ma forse troppo virato al glamour. Soprattutto nella scelta della protagonista. Una affascinante Amanda Seyfried (piu' innocente alla Mamma Mia! che femme fatale di In Time) - preferita, per un motivo o per l'altro a Kate Hudson (forse piu' completa) e Olivia Wilde - in definitiva troppo piu' bellina e meno vissuta della vera Linda. Sicuramente la protagonista piu' in tono con l'intero film, in definitiva ammiccante, 'patetico' e fin troppo conciliatorio.

[i diciassette giorni porno di Linda Lovelace: intervista ai registi]

Una buona occasione per la neonata distribuzione cinematografica Barter, che porta in sala un film di attrattive e potenzialita', e che puo' vantare un cast davvero ottimo. Seyfried a parte (perfetta come innocente biancaneve, meno come vittima dolente), sfilano Peter Sarsgaard (un molesto e viscido Chuck Traynor, marito e 'mentore' di Linda), Juno Temple (Patsy, la sua amica del cuore), Adam Brody (Harry Reems), Hank Azaria (il regista Jerry Damiano), Wes Bentley (Larry Marchiano, il secondo marito), James Franco (nei panni di Hugh Hefner dopo aver sfiorato il ruolo di Traynor),  Robert Patrick (il padre, John J. Boreman) e soprattutto Sharon Stone (mamma Dorothy), irriconoscibile e intensa.


    
Purtroppo, pero', la vena documentaristica di altri film-inchiesta si riduce all'accenno a una backstory di violenze e quella piu' drammatica a solo alcune scene. A tratti l'indignazione cresce, con la sorpresa e l'empatia, ma in definitiva a trascinare son piu' Sarsgaard e Stone, nel male, che la povera Linda, nel bene. E il finale conferma ogni impressione affacciatasi durante la visione, con la forte sensazione di aver assistito a un prodotto che potra' continuare - tranquillamente e piacevolmente - a circolare in televisione.

Lovelace, in uscita l'8 maggio 2014, e' distribuito dalla Barter Multimedia.