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Lo sguardo di Satana - Carrie - La nostra recensione

L'adolescente sanguinaria e' sempre lei, anche troppo. Ma gli eccessi colorano questo remake moderno

17.01.2014 - Autore: Mattia Pasquini, da New York
Da Psycho a Halloween, si capisce perche' attiri tanto il remake di cult horror entrati nella storia e nell'immaginario collettivo. Incuranti del confronti, abbiamo assistito a copie pedisseque tanto quanto a riletture originali (riuscite e non) di registi probabilmente in cerca di visibilita' piu' che desiderosi di omaggiare film con i quali molti sono cresciuti. Si capisce altresi' che Kimberly Peirce, a quattordici anni da "Boys Don't Cry" (nei quali ha offerto poco piu' del dimenticabile "Stop-Loss"), si sia volentieri prestata a mettere il suo nome su questa prospettata rilettura del classico di Brian De Palma (omaggiato dalla stessa Julianne Moore nell'intervista esclusiva rilasciataci), che nel 1976 porto' per la prima volta sullo schermo Stephen King.



Giganti, certo, che pero' sarebbe stato interessante vedere affrontati con piu' coraggio, soprattutto dopo aver sbandierato l'intenzione di realizzare una versione diversa e molto piu' attinente al libro originario. L'impressione che deriva dalla visione, invece, e' tutt'altra. Di un film che punta a forzare alcune caratterizzazioni, in primis quella della madre (qui interpretata da una Julianne Moore pericolosamente a rischio stereotipo 'donna di mezza eta' tendenzialmente squinternata'), e ad avvicinarsi a una sensibilita' piu' moderna, con 'traduzioni' comprensibili ed eccessive concessioni a pubblico pigro.

Dal prologo (molto a effetto, e potenzialmente fraintendibile) alla - pur coerente - svolta 'social' del bullismo giovanile, l'impegno maggiore sembra quello rivolto a creare la tensione che gli spettatori paganti si aspettano; magari con un po' di sesso e qualche scena da teen comedy (la scena dei ragazzi alla prova dei vestiti sembra rubata da un musical). Per il resto, nel bene e nel male, il rispetto dell'originale e' molto forte, con pochissime modifiche e riletture.

Si insiste molto sui poteri della ragazza, su una sua presa di coscienza forse piu' caricata del necessario, soprattutto perche' collabora a mostrare un bozzolo dal quale traspare troppo presto la trasformazione. Ma in questo senso la scelta della Moretz poteva essere indicativa del tono, come anche il suo sottolineare eccessivamente con mimica ed espressioni la sua nuova veste paranormale. Il risultato e' poco credibile, e poco godibile, almeno avendo negli occhi la spigolosita' che fu.



Probabilmente, con sana e beata ignoranza, si potra' godere della storia e degli effetti (anche la nuova Carrie in versione insanguinata e con occhio iniettato e' qualcosa…), ma - a parte una citazione giocosa nella lista dei candidati a Re del Ballo che fara' felici i fan di moderni cult televisivi - in definitiva, affidare la sceneggiatura a Roberto Aguirre-Sacasa (fumettista Marvel e con brevi esperienze televisive su Glee e Big Love) finisce con dare dei frutti troppo riconoscibili.

Lo sguardo di Satana - Carrie e' distribuito da Warner Bros.

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Intervista a Julianne Moore: "Come sono diventata la mamma di Carrie"