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Limitless - La nostra recensione

Un film che parte in maniera frizzante ma poi si confonde nel non sapere quale genere imboccare con decisione

Limitless - Bradley Cooper

12.04.2011 - Autore: Adriano Ercolani
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Eddie Morra
(Bradley Cooper) è un uomo che della sua vita non riesce a fare proprio nulla. Quando viene anche mollato dalla sua ragazza Lindy (Abbie Cornish) si trova veramente allo sbando. Ecco però arrivare un vecchio amico Vernon (Johnny Withworth), spacciatore che gli regala una pillola in grado di mettere in funzione l’intera sua mente. Da quel momento Eddie si trasforma in una sorta di genio capace di tutto, e soprattutto in un uomo di successo. L’unico inconveniente? La scorta di quelle “pillole speciali” non è illimitata,  la sta cercando anche chi ha fatto fuori Vernon per averla. A complicare le cose ci si mette poi anche Carl Van Loon (Robert De Niro), magnate della finanza newyorkese che adocchia il talento di Eddie per gli affari e successivamente lo prende sotto la propria ala protettrice. Ma nulla è gratis in questo mondo spietato, neppure la fortuna, e Morra se ne accorgerà ben presto…

Bradley Cooper e Abbie Cornish in Limitless

Sceneggiato da Leslie Dixon, che a sua volta ha adattato il romanzo di Alan Glynn, “Limitless” sembra partire come una commedia satirica e corrosiva sulla superficialità della classe dirigente americana, votata al successo sempre più rapido ma incurante di costruire fondamenta solide per mantenerlo (vedi la recente e disastrosa crisi economico/finanziaria americana…). L’incipit è spigliato, ritmato, divertente, e rimanda vagamente a un film culto di questo genere come “Fight Club, tenuto conto ovviamente delle dovute proporzioni. Bradley Cooper appare perfetto per il ruolo principale, con la sua aria irresistibilmente simpatica ed il suo fascino guascone. Insomma, il film sembra scorrere per il verso giusto finché non arriva Robert De Niro e il tono diventa quello del giallo ad incastri. Allora la trama diventa farraginosa, il ritmo si rallenta vertiginosamente, le dinamiche narrative perdono di interesse, e ci si avvia pesantemente verso una soluzione finale che magari non è neppure troppo scontata ma allo stesso tempo non interessa più di tanto.

Robert De Niro in Limitless

Peccato, perché il regista Neil Burger, che aveva già denotato un occhio non convenzionale col pur mal scritto “The Illusionist”,  confeziona questo film con attenzione e discreto senso registico. Il problema principale di “Limitless” è quello di non riuscire a capire esattamente cosa essere: una pellicola di denuncia? Un thriller? Un semplice sberleffo al modus vivendi statunitense? L’operazione non imbocca una strada precisa, forse mette troppa carne al fuoco per le proprie possibilità strutturali, ma così facendo getta alle ortiche anche gli spunti più che interessanti che aveva proposto nella primissima parte del film. Si promuove la prova briosa di Bradley Cooper, la bellezza di Abbie Cornish, ma tutto il resto deve essere rimandato, in attesa che Neil Burger si dedichi a storie e sceneggiature meglio delineate.  

La pellicola e' distribuita dalla Eagle Pictures

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Anteprima: Sfida senza limiti per De Niro e Cooper