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Latin Lover – La nostra recensione

Un film freudiano in cui Cristina Comencini riflette sul rapporto col padre Luigi. Ma lo scavo psicologico si ferma in superficie

Latin Lover

19.03.2015 - Autore: Alessia Laudati
Il film più freudiano della Comencini, è il ritratto di un gineceo di donne, diverse per personalità, età, nazionalità e aspirazioni, riunite in un weekend attorno alla figura evanescente del capo-famiglia scomparso, Saverio Crispo (Francesco Scianna), che lentamente si liberano dallo spettro dello sguardo maschile per trovare una nuova identità al femminile.



Questo è il primo sottotesto di Latin Lover, dove l’omaggio alla compianta Virna Lisi si trasforma in un più ampio confronto tra generazioni di cineasti, la scuola della commedia all’italiana, qui definitivamente sepolta in una sorta di rito funereo, e scavando bene in fondo, anche in un’elaborazione del rapporto padre-figlia, nel quale è impossibile non scorgere un riferimento personale alla figura di Luigi Comencini.



È probabilmente questo l’aspetto più interessante di un lavoro che si presenta come una commedia leggera e corale sullo sfondo del tradizionale Sud Italia, immaginato come nido, famiglia, porto di mare nel quale tornare per cercare un po’ di pace. Eppure nonostante un cast d’eccezione (spiccano, oltre alla Lisi, Valeria Bruni-Tedeschi, Marisa Paredes, Angela Finocchiaro e Neri Marcorè) e una volontà di farsi espressione vasta di caratteri e modernità, la psicologia dei personaggi non supera la soglia del ritratto sicuramente giocoso eppure eccessivamente stereotipato. Siamo insomma lontani dall’ironia al vetriolo di Speriamo che sia femmina, per riparare sul più sicuro porto del tono sentimentale. L’amante materna, la mascolinità esibita e professata come una religione, la mangia-uomini irrisolta, il marito fedifrago oltre ogni ragionevole dubbio, sono umori che strappano qualche risata ma che poco aggiungono al tema dell’affermazione di una diversità femminile non condizionata dallo sguardo maschile, sia esso rappresentato dalla figura del padre o del marito.



Peccato perché il tema principale del film, ovvero la ricerca di un proprio percorso personale in qualche modo emancipato e libero dalle costrizioni famigliari, possiede una propria forza intrinseca sorretta dalla connessione con la storia del cinema e dalle vicende personali della regista. Con l’omaggio finale della pellicola, che ricorda alcuni dei momenti più iconici della commedia all’italiana, si vuole quasi salutare una stagione passata, terminata, dalla quale è necessario prendere le distanze per crescere come donna e come artista. Però se il futuro è ancora tutto da scrivere, le premesse di Latin Lover sono, in questo senso, meno rivoluzionarie di quanto si possa credere.

Latin Lover è distribuito nelle sale da 01 Distribution.