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L'amica geniale, la recensione della serie tratta dai romanzi di Elena Ferrante

Saverio Costanzo dirige un racconto di formazione fortemente radicato in Italia eppure internazionale

L'amica geniale

03.09.2018 - Autore: Marco Triolo
Non è facile giudicare i primi due episodi di una serie TV senza aver visto il resto. Ma d'altro canto questi abbiamo visto a Venezia e su questi ci tocca basare un sommario giudizio. E il giudizio su L'amica geniale, l'attesa serie di Saverio Costanzo basata sui best seller di Elena Ferrante, è positivo: si vede che è una co-produzione tra Rai e HBO, perché siamo lontani anni luce dalle fiction italiane. Si vede che dietro c'è anche Wildside, la compagnia che con HBO ha prodotto The Young Pope. Perché L'amica geniale, più che l'ennesimo programma da prime time su Rai 1 (dove andrà) sembra una serie Sky.

QUI L'INCONTRO CON SAVERIO COSTANZO.
 
Saverio Costanzo e i suoi sceneggiatori, Francesco Piccolo e Laura Paolucci, hanno detto di aver usato lo stesso approccio con cui si realizza un film, il che è piuttosto in linea con le produzioni HBO. Tra location e set, il rione in cui si svolge la storia di Lenù e Lia dimostra gli alti valori di produzione.
 
Ma, ben più di questo, a funzionare è la spontaneità della recitazione, aiutata da una scrittura per nulla finta o teatrale come capita troppo spesso nelle serie della TV pubblica. Le due bambine protagoniste, Elisa Del Greco e Ludovica Nasti (sostituite da Margherita Mazzucco e Gaia Girace nelle puntate seguenti), dimostrano talento, sono bravissime ma anche dirette molto bene da un regista tra i più interessanti delle nuove leve italiane.
 
I primi due episodi si muovono a ritmo veloce, mescolando nostalgia e riflessioni sul dopoguerra, per arrivare a una verità universale: la nostalgia è un filtro che cancella tutto ciò che è negativo, ma l'età dell'infanzia non è mai così innocente come la ricordiamo. Il mito del “una volta era tutto più semplice” è, appunto, un mito. Il mondo è sempre stato un luogo violento, solo che da bambini non lo capivamo. E infatti l'epoca raccontata ne L'amica geniale è la stessa del cinema neorealista italiano, che era tutto fuorché innocente e semplice. Anzi, racchiude i germi dei problemi attuali del Paese.
 
Un racconto di formazione che si fa dunque specchio del presente, nella sua celebrazione del potere dell'educazione e delle maestre come figure di riferimento capaci di salvare la vita. Temi molto importanti da sottolineare, specialmente in prima serata su Rai 1, specialmente oggi che i maestri e le figure di autorità vengono troppo spesso accantonate, ignorate e persino contestate. E lo sfoggio di ignoranza è diventato un assurdo valore da sfoggiare e di cui andare fieri.
 
L'amica geniale arriverà su Rai 1 il 30 ottobre. La prima stagione sarà costituita da otto episodi che adatteranno il primo romanzo della serie.
 
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