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La recensione di Shoplifters, Cannes premia i ladruncoli di Hirokazu Kore-eda

Una famiglia sui generis ancora al centro delle attenzioni del regista giapponese, vincitore della Palma d'Oro.

21.05.2018 - Autore: Mattia Pasquini, dal Festival di Cannes
Una edizione del Festival di Cannes come quella di quest'anno avrebbe messo in difficoltà qualunque giuria, tutta la nostra solidarietà quindi a quella guidata da Cate Blanchett… e un ringraziamento per aver scelto - evitando le tentazioni polacche, libanesi e purtroppo italiane - lo Shoplifters del giapponese Hirokazu Kore-eda (o Koreeda, e Koreda, secondo molte delle grafie comunemente accreditate). Un film impossibile da dimenticare, come i piccoli taccheggiatori ai quali il titolo si riferisce, una famiglia anomala, 'di fatto' in qualche maniera, che vive di piccoli furti e dell'unica eredità in grado di trasmettere.



Non è una novità per il regista - soprattutto dopo le prove più recenti della sua filmografia - concentrarsi sulle relazioni familiari e sulle dinamiche affettive, ma attenzione a sottovalutare questa nuova declinazione del tema. Lo spunto iniziale, che ritroviamo nella drammatica e intensa conclusione, è quello della maternità/paternità, dei suoi diritti e doveri, e di cosa sia che la caratterizzi.

[CANNES 2018: PALMA D'ORO AL GIAPPONESE SHOPLIFTERS, DUE PREMI ALL'ITALIA]

Dal rapimento della piccola Shota si sviluppa un  intreccio che ci invita a scivolare. Sia per il rischio insito nel racconto di ritrovarci a venire a patti con molte delle nostre convenzioni sul tema, sia sulla apparentemente placida superficie della narrazione, portati da un ritmo al quale non viene voglia di opporsi. Gli shoplifters vivono fuori della legge, la evitano, la fuggono, eppure non si può puntargli contro il dito, ormai coinvolti e trascinati nella loro realtà.



Una magia che, ancora una volta, riesce al cinquantacinquenne di Tokyo, capace di dipingere - anche visivamente - una situazione borderline con pennellate cariche di colore e intensità. Di farci innamorare, soffrire, indignarci, preoccuparci per tanta infelicità. E, nonostante il conflitto sociale e quello interiore di ogni spettatore, senza condiscendenza. Ché alla fine il verdetto non viene risparmiato, a nessuno: ai protagonisti, ai genitori della piccola, al pubblico.

Shoplifters, vincitore della Palma d'Oro al Festival di Cannes, sarà prossimamente distribuito in Italia