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La recensione di Il ragazzo invisibile: Seconda generazione - torna il supereroe adolescente di Salvatores

Delude e non corregge gli errori del primo capitolo la nuova avventura del Cinecomic italiano, che continueremo a seguire nella sua crescita.

04.01.2018 - Autore: Mattia Pasquini (Nexta)
Nel 2014 Gabriele Salvatores aveva tirato fuori dal cilindro un'avventurosa scommessa, in un momento di grande splendore per i Cinecomic di Oltreoceano. Un primo capitolo che, a imitazione di altre saghe e franchise, nasceva per iniziare un percorso più ampio di quello cinematografico. Una missione della quale anche il nuovo film continua coerentemente a scontare pregi e difetti. Il ragazzo invisibile: Seconda generazione in cui ritroviamo il Michele Silenzi dell'ormai diciottenne Ludovico Girardello è infatti una realtà, ma l'ampliamento della scala e lo svilupparsi del suo piccolo universo non sembrano aver risolto le debolezze mostrate in passato. Anzi.



Il riferimento passa da Spider-man agli X-men, fin troppo 'omaggiati' (per quanto il regista confessi di non averli mai visti, gli sceneggiatori devono aver attinto non poco dai ragazzi di Xavier), e anche il dramma adolescenziale alla base della scoperta diventa altro. Non poteva essere altrimenti, ovviamente, ma per quanto encomiabile e coerente con il discorso generale di crescita del personaggio e della vicenda, qualcosa sembra non funzionare. L'impressione è di aver perso il controllo del quadro generale, mentre osserviamo il film sbattere da una parte all'altra tra elaborazione del lutto, ricerca delle origini, tradimenti vari e la necessità di piantare semi che possano portare a una trilogia, almeno.

Gli speciali che iniziamo a conoscere - molti dei quali presentati tanto rapidamente che verrebbe voglia di riprendere gli albi di Stan Lee e Jack Kirby per approfondire - hanno molto degli "invisibili" che affollano le nostre città, come l'intrigo che li coinvolge richiama certa letteratura noir ormai classica. Ma se è vero che i loro grandi poteri ora li mettono di fronte a rinnovate responsabilità, non sarebbe giusto aspettarsi di meno dai loro padri creativi.



Deve esser stato un 'piacere' per un regista 'generazionale' come il napoletano raccontare una eta' tanto irrequieta, personaggi e situazioni con le quali gli è sempre stato facile empatizzare e che ha dimostrato in molte occasioni di saper portare sullo schermo. Purtroppo, stavolta, l'impressione è che la grande condivisione umana e la scelta dichiarata di "abbandonare un po' lo storytelling tradizionale e provare a raccontare una storia anche solo per associazione di emozioni" (come ci ha raccontato nell'intervista concessa) gli abbiano preso la mano, finendo con lo spingerlo a lasciare troppo liberi attori che avrebbero avuto decisamente più bisogno di direzione (soprattutto il cresciuto Girardello, spesso spaesato e innaturale in un ruolo più grande di lui, ma non solo).


Il ragazzo invisibile: Seconda generazione, in sala dal 4 gennaio 2018, è distribuito da 01 Distribution.