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La recensione di Benvenuti a casa mia, non si ride nella commedia francese contro il razzismo 

Dagli autori di Non sposate le mie figlie!, un film che affronta temi come la discriminazione e i pregiudizi, ma non riesce a graffiare

Benvenuti a casa mia

08.03.2018 - Autore: Marco Triolo (Nexta)
Il regista Philippe de Chauveron ha già trattato il tema dell'integrazione in Francia con la commedia Non sposate le mie figlie!, e ora torna sul tema con gli stessi protagonisti, Christian Clavier e Ary Abittan. Benvenuti a casa mia tratta l'argomento dei pregiudizi nei confronti dei rom e mette un politico di sinistra (Clavier) nella grottesca situazione di dover tenere fede a una dichiarazione fatta in TV, aprendo la porta di casa a una famiglia rom, che si insedia nel suo giardino. Sarà stato sincero oppure si rivelerà razzista come tutti gli altri?

 
Si tratta di un cliché del cinema brillante che esiste da ben prima di questo film. Viene in mente Indovina chi viene a cena?, con il liberale Spencer Tracy costretto a fronteggiare i limiti dell'apertura mentale da lui espressa per anni quando la figlia porta a casa un fidanzato nero. Solo che in Benvenuti a casa mia, de Chauveron sceglie l'arma della commedia sguaiata e politicamente scorretta. Sì, il tema del razzismo è più che mai attuale ed è centrale al film, ma il regista dipinge i personaggi rom come dei casinisti invadenti e neppure troppo adorabili. Non che ci faccia una grande figura neanche il politico di Clavier, che ne esce come un borghese benpensante, bravo a parole ma disposto a tutto pur di mantenere il suo status sociale nei fatti. E qui sta l'unico lato positivo del film: non ci sono personaggi realmente positivi da nessuna delle due parti e nemmeno il finale concilia davvero, come farebbe una commedia americana o anche italiana.
 
Per il resto, Benvenuti a casa mia sbaglia completamente mira. Il politicamente scorretto cede presto il passo al razzismo che, nelle intenzioni originali, il film dovrebbe criticare. Ma, soprattutto, non fa mai ridere. Usa una sequela di gag ed equivoci già visti e senza verve, sfiorando un umorismo da cinepanettone che non riesce a tenere alto il ritmo come dovrebbe. Il risultato è un film che per metà promette, per l'altra metà annoia. È impossibile che sia colpa del doppiaggio, che sicuramente appiattisce alcuni doppi sensi o battute, ma che non può essere in grado di azzerare il divertimento. Che evidentemente manca alla radice.

 
Peccato, perché le premesse c'erano. La situazione non è per nulla originale ma poteva essere sfruttata almeno per distrarre, anche senza toccare necessariamente temi importanti. Ma così com'è, Benvenuti a casa mia non riesce a fare nessuna delle due cose.
 
Benvenuti a casa mia è distribuito in Italia da Adler Entertainment.