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La recensione de I primitivi, una parabola preistorica tra calcio e Brexit

Il nuovo film di Nick Park è esplicitamente per bambini, anche se infila qualche gag efficace

I primitivi

08.02.2018 - Autore: Marco Triolo (Nexta)
Il creatore di Wallace & Gromit e Shaun – Vita da pecora, Nick Park, non dirigeva più un film personalmente dal 2005, anno di uscita di Wallace & Gromit – La maledizione del coniglio mannaro. Un lungo lasso di tempo in cui ha comunque lavorato, scrivendo la serie e il film di Shaun. Ora è tornato con un nuovo film d'animazione in plastilina e stop motion, come da tradizione dello studio Aardman. I primitivi ha un titolo italiano generico che, in qualche modo, “inganna” lo spettatore, distraendolo da quello che è il vero tema del film: non la preistoria, quanto una parabola sportiva e calcistica che tocca anche il tema della Brexit.

 
La storia è quella di un gruppo di cavernicoli, guidati dal giovane e intraprendente Dag (voce originale di Eddie Redmayne, voce italiana di Riccardo Scamarcio), che vive in una valle idilliaca ferma all'età della pietra. Ma un giorno arriva la civiltà, sotto forma di un popolo dell'età del bronzo comandato dal dispotico Lord Nooth (Tom Hiddleston / Salvatore Esposito), che intende sradicarli dalla loro terra per sfruttarne le risorse. Per riottenere la propria valle, i primitivi dovranno sfidare la squadra dell'età del bronzo in un torneo di calcio, aiutati dall'esuberante Ginna (Maisie Williams / Paola Cortellesi).
 
I primitivi è un film per bambini, principalmente. Non mancano, come sempre nei film della Aardman, battute e livelli di lettura riservati agli adulti, ma la trama è talmente semplice, lineare e innocente da svelare presto il proprio target. Ciò non significa che non si trovino idee e gag divertenti: geniale soprattutto quella dei piccioni viaggiatori che assumono gli atteggiamenti di chi li manda. Naturalmente molti ci vedranno echi della Brexit, in questa parabola di un gruppo di isolazionisti (provenienti da “vicino Manchester”) che vogliono fare le cose a modo loro e vanno a scontrarsi con dei cattivi con l'accento tedesco (francese, ma non solo, in originale). È difficile negare che questa cosa sia voluta, soprattutto quando i protagonisti sottolineano come il punto debole della squadra avversaria, pur fortissima, sia che ciascuno dei giocatori è una primadonna che vuole emergere. Ovviamente Dag e i suoi trionferanno grazie al loro gioco di squadra. Ma il messaggio potrebbe anche essere letto in maniera opposta: meglio il gioco di squadra dell'individualismo.

 
L'unica certezza è che I primitivi sia un film troppo semplice e basilare per voler davvero lanciare messaggi politici. Lo è talmente tanto che finisce per non fare ridere quanto vorrebbe, spesso schiavo di un umorismo un po' prevedibile e stantio. Per essere una storia ambientata all'alba dell'uomo, un immaginario che dà tantissime possibilità narrative e iconografiche, I primitivi denuncia una fantasia limitata, ed è davvero inaspettato da uno come Park. I bambini si divertiranno un mondo, i fan della Aardman torneranno a vedere Galline in fuga.
 
I primitivi è distribuito in Italia da Lucky Red. Qui il trailer.