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La peggior settimana della mia vita

Opera prima sviluppata sulla sicura ossatura della slapstick comedy e nel sadismo della commedia cringe, inciampa in troppe similitudini che rendono l'originalità un miraggio lontano

La peggior settimana della mia vita - Fabio de Luigi - Alessandro Siani

24.10.2011 - Autore: Alessia Laudati
Parenti serpenti, botte da orbi e scivoloni sentimentali al centro dell’esordio cinematografico di Alessandro Genovesi “La peggior settimana della mia vita”. Un simpatico quanto imbranato e malinconico pubblicitario, Paolo (Fabio De Luigi), sta per sposare la bella e altolocata Margherita (Cristiana Capotondi), ed è in cerca di approvazione da parte della nuova famiglia della quale, volente o nolente, dovrà far parte. Ma quando il calendario segna meno sette rispetto al fatidico giorno numerosi eventi tragicomici daranno vita “alla peggior settimana della mia vita” di un simpatico inetto.

Il film, a metà tra slapstick comedy, cringe comedy e commedia sentimentale, mischia e rinnega contemporaneamente vari elementi della commedia classica: botte da orbi e incidenti grotteschi non ancora del tutto depurati dalla comicità grossolana e maliziosamente allusiva della quale non ci si riesce a liberare in maniera definitiva. Esce dalla porta e rientra dalla finestra.

Ma se il binario della commedia classica è sempre gradito come guida sicura per lo sviluppo del film, e gli attori messi in condizione di mostare tutto il talento comico e la verve della quale sono decisamente capaci, il resto della pellicola prende in prestito chiari rimandi cinematografici e televisivi con spudorata innocenza, rimanendo tuttavia incapace di superare i padri fondatori.

Dichiaratamente ispirato, anche se più vicino ad un adattamento cinematografico tanta è la somiglianza con il pilota, alla serie BBC "The Worst Week Of My Life", il film non ne possiede il contegno tipicamente british, che rende esilarante e non semplicemente patetico, il susseguirsi di eventi tragicomici inflitti ai personaggi. L’ambientazione, uno degli aspetti più riusciti della pellicola, di una Milano improvvisamente calda e sognante, ricorda quella di Happy Family”, con il personaggio di Giorgio a spasso per la città in vespa come Ezio in bicicletta. Non a caso il regista Alessandro Genovesi è l’autore della sceneggiatura del film di Salvatores e Fabio De Luigi, il protagonista di entrambi i film. Persino il padre della sposa Giorgio (Antonio Catania), assomiglia pericolosamente al pater familias Jack Byrnes di "Ti presento i miei", provvisto come lui di un atteggiamento rigido e inutili manie.

Nonostante gli ottimi attori, tra tutti l’amicone molesto Ivano (Alessandro Siani) e Clara (Monica Guerritore), bravissima nel suo primo ruolo comico, e l’indulgenza concessa ad un’opera prima sul grande schermo, il processo di filtraggio della pellicola alla caccia di qualche pietruzza dorata in un mare di consuetudini, restituisce un setaccio così vuoto da vederci amaramente attraverso.

Il film uscirà nelle sale il 28 ottobre distribuito da Warner Bros.


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