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La leggenda degli uomini straordinari

Tratto da un magnifico graphic novel di Alan Moore, in collaborazione con Kevi O'Neill, la sceneggiatura del film ha decisamente "tradito" la suadente e preziosa letterarietà del fumetto, per trasformare l'operazione cinematografica in un prodotto puramente commerciale.

La leggenda degli uomini straordinari

12.04.2007 - Autore: Adriano Ercolani
The league of extraordinary gentlemen, Usa, 2003. Di Stephen Norrington; con Sean Connery, Shane West, Peta Wilson, Stuart Townsend, Jason Flemyng, Richard Roxburgh, David Hemmings.   Londra, 1899. Alla vigilia del ventesimo secolo, il pianeta è in pericolo di imminente conflitto mondiale. Il fantomatico criminale soprannominato "Il fantasma" sta infatti costruendo delle armi invincibili da vendere alle super-potenze, e per fare questo attua una serie di atti terroristici ai danni delle potenze stesse. Il capo dei servizi segreti britannici, "M" (Richard Roxburgh) riesce a formare una squadra di uomini straordinari in grado di fronteggiare la minaccia: capitanato dal leggendario esploratore Allan Quatermain (Sean Connery), il gruppo di avventurieri si dimostra immediatamente molto eterogeneo, in quanto composto dal diabolico dottor Jeckyll (Jason Flemyng), dal capitano Nemo (Naseeruddin Shah), dalla vampira Mina Harker (Peta Wilson), dall'uomo invisibile (Tony Curran), da Tom Sawyer (Shane West) e dall'immortale Dorian Gray (Stuart Townsend). A loro il compito di fermare "Il fantasma" ed evitare il primo conflitto mondiale   Come l'affascinante e sottovalutato "La vera storia di Jack lo Squartatore" (From hell, 2001), anche questo "La leggenda degli uomini straordinari" è tratto da un magnifico graphic novel di Alan Moore, in collaborazione con Kevi O'Neill. Già dalle prime immagini però si capisce che la sceneggiatura del film ha decisamente "tradito" la suadente e preziosa letterarietà del fumetto, per trasformare l'operazione cinematografica in un prodotto puramente commerciale: attraverso un inutile spreco di denaro in effetti speciali, questa trasposizione si rivela perciò ben presto una pellicola dal fiato corto, dalle poche idee e molto confuse. L'enorme ed indistinta sequenza di scene d'azione, tra l'altro piene zeppe di effetti speciali neppure troppo sorprendenti, non contribuisce di certo a facilitare l'immedesimazione dello spettatore in alcuno dei personaggi, tutti troppo bidimensionali per funzionare davvero. Norrington, che già non ci aveva entusiasmato per il precedente "Blade" (id., 1999), confeziona in questo modo un lungometraggio anonimo dove avrebbe invece potuto tirar fuori un action-movie di squisita eleganza rétro. Anche la figura sempre carismatica di Sean Connery in questo caso appare piuttosto sbiadita e poco convincente, fuori ruolo in una parte che avrebbe richiesto ben altro approfondimento psicologico. Peccato davvero che alla fine "La leggenda degli uomini straordinari" lasci un sapore amaro, o meglio insipido: visti gli ingredienti a disposizione del regista, a partire dlla storia originale, ci saremmo aspettati un risultato ben diverso, o comunque non il solito "spettacolose" hollywoodiano. Visto il parziale insuccesso del film avuto sul mercato statunitense, auguriamoci almeno di non vederne una seconda puntata