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La legge della notte - La nostra recensione

Ben Affleck dirige e interpreta una storia meno torbida e più pulita di quel che avrebbe dovuto essere… Un passo indietro per l'apprezzato regista e sceneggiatore

01.03.2017 - Autore: Maattia Pasquini (Nexta)
Non tutte le ciambelle riescono col buco, nemmeno a Ben Affleck. Una lezione per tutti, compreso il tanto apprezzato regista di Argo e The Town, dopo la visione di questo La legge della notte (traduzione sconcertante del Live by Night originario, come da scelta della Piemme editrice dell'omonimo romanzo del 2012 di Dennis Lehane, lo stesso di Gone Baby Gone e Shutter Island, qui anche produttore esecutivo del film). Una storia che originariamente avrebbe dovuto interpretare Leonardo DiCaprio, poi passato dietro le quinte per consentire all'ultimo Batman di tornare a raccontare le guerre tra irlandesi e italiani per il possesso della sua Boston.



Deve esser stato questo ad attrarlo, insieme alla possibilità di gettarsi in un crime dalle suggestioni molto classiche, e sensuale. Almeno sulla carta, viste le radici caraibiche e creole di tutta la parte (la principale) ambientata tra la Florida di Tampa e Cuba. Senza trascurare la presenza di una Zoe Saldana per la quale non si fatica a credere che chiunque sarebbe pronto a cambiare vita. In un senso o nell'altro. Sono altri infatti i motivi per cui la scalata dell'elegante irlandese protagonista, Joseph Coughlin, risulta poco convincente.

Ex combattente per il proprio Paese nella Prima Guerra Mondiale e di saldi principi, assorbiti dal padre poliziotto, il personaggio è sostanzialmente tutto qui. Nulla, di quanto attraversa, vive e soffre nelle due ore di film, riesce infatti a scalfire le sue convinzioni più profonde o a farlo passare al 'lato oscuro'. Encomiabile coerenza o punto debole di una storia che pretende di portarci in un inferno - ahinoi - troppo costruito e patinato, da romanzo, appunto. Visto che al di là di buoni momenti (che pure non mancano, legati magari a personaggi e location) tutto rimane sostanzialmente troppo condizionato dall'origine letteraria, carica di retorica, più attenta al contesto e al messaggio da trasmettere che alla misura nel farlo.



Si attraversa il proibizionismo, si sorride amaro per lo svelamento della realtà dietro al sogno hollywoodiano, ci si oppone al Ku Klux Klan, schierandosi al fianco di "negri" e "ispanici", si rinuncia all'amore e ci si pente. si riesce persino a sobbalzare per la presenza del 'boss' Remo Girone (nel bene e nel male), ma tutto resta così tanto stabilmente nei suoi binari da far rimpiangere vicende più imperfette e meno riuscite, ma più sporche. Come forse avrebbe voluto essere anche questa.

La legge della notte, in sala dal 2 marzo 2017, è distribuito da Warner Bros.