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La bambola assassina, riscopriamo l'originale prima del remake

Il classico anni '80 sta per tornare in una nuova versione. Ma come è invecchiato il primo capitolo della saga?

La bambola assassina

19.06.2019 - Autore: Marco Triolo
Chucky sta per tornare ancora una volta al cinema con il primo reboot ufficiale della saga de La bambola assassina. Dopo sette film, tutti scritti da Don Mancini e interpretati da Brad Dourif (voce di Chucky), la serie riparte da un nuovo inizio. In cui, per la prima volta, a dare la voce a Chucky c'è Mark Hamill, alias Luke Skywalker. E la bambola assassina si aggiorna alla domotica per diventare una minaccia tanto fisica quanto virtuale.
 
Non c'è occasione migliore per tornare indietro a trentuno anni fa e riscoprire La bambola assassina originale. Un film assolutamente figlio dei suoi tempi, realizzato con una concezione molto più semplice delle storie horror, eppure, allo stesso tempo, all'avanguardia sotto diversi aspetti.



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Primo tra tutti, Chucky stesso. Il bambolotto della linea Good Guys che, tramite un rito voodoo, finisce per ospitare la personalità dello strangolatore seriale Charles Lee Ray (nome nato combinando quelli di Charles Manson, Lee Harvey Oswald e James Earl Ray, l'assassino di Martin Luther King), è ancora oggi una meraviglia visiva. Realizzato tramite una combinazione di animatronics e attori bambini o nani truccati come il pupazzo, Chucky è talmente credibile da funzionare come personaggio moltissimi anni prima del motion capture digitale. Il pupazzo è fatto così bene che persino i movimenti labiali corrispondono (in originale) ai suoi dialoghi. Questo è molto importante, perché il film richiede che si investa in Charles Lee Ray come minaccia reale. E non a caso inizia con un antefatto che ci presenta Ray prima della sua morte.
 
Oltre a questo, e per quanto sia costruito secondo una struttura abbastanza canonica, La bambola assassina è anche un'interessante commistione di horror e poliziesco. Ray/Chucky torna dall'aldilà non con generici scopi malvagi, ma esplicitamente per vendicarsi del socio che lo ha abbandonato e del detective (Chris Sarandon) che lo ha ucciso. Il primo omicidio di Chucky fa scattare un'indagine da parte della polizia e della madre (Catherine Hicks) del bambino protagonista (Alex Vincent). Se diamo per buona la possibilità di tornare in vita tramite il voodoo, persino l'arco narrativo di Chucky è rigoroso e lineare: un'indagine, anche qui, per capire come tornare umano prima che sia troppo tardi.



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Il tutto, poi, si conclude con uno showdown in cui, tra le altre cose, c'è anche l'immagine di un bambino che avanza circospetto per la casa con in mano una mazza da baseball in miniatura. Non sono cose che si vedono tutti i giorni, soprattutto realizzate con un tale mestiere da renderle coerenti con il contesto, senza scatenare risate involontarie.
 
Il regista Tom Holland (nessuna parentela con l'interprete di Spider-Man), autore anche del cult Ammazzavampiri, sa come mettere in scena un thriller. Chiariamoci, La bambola assassina non fa mai realmente paura, ma trova sempre immagini iconiche, a partire dalla carismatica bambola e passando attraverso una serie di ammazzamenti tra i più fantasiosi e soddisfacenti mai visti. C'è una gran voglia di divertire il pubblico e ci sono i mezzi e le capacità per farlo, e farlo bene. Di cos'altro abbiamo bisogno?
 
Il remake de La bambola assassina è distribuito nelle sale italiane da Midnight Factory. Entra nella scheda per trovare la sala più vicina a te e gli orari delle proiezioni.