NOTIZIE

Independence Day - Rigenerazione - La recensione in anteprima 

L'ultimo kolossal catastrofico di Roland Emmerich rischia di non soddisfare nemmeno i fan del film originario

04.07.2016 - Autore: Mattia Pasquini (Nexta)
Another sequel Bites the Dust. E stavolta il polverone è direttamente proporzionale a quello alzato nel lungo percorso di avvicinamento a questo Independence Day - Rigenerazione, dalle speculazioni sul ritorno di Will Smith in poi. Il ritorno degli eroi di Independence Day a giusto vent'anni dal precedente capitolo è di nuovo affidato alla regia e alla fantasia di Roland Emmerich, ma le tante firme in fondo allo script (con lui anche Dean Devlin, James A. Woods, Nicholas Wright e James Vanderbilt) non sembrano aver fornito un buon servigio alla causa. Anzi.



Le pecche di questa epica sci-fi iniziano proprio dalla carta, infatti. Da una sceneggiatura che potrebbe aver contato troppo sulla benevolenza e semplicità di un pubblico pronto a ricevere qualsiasi cosa portasse di nuovo gli attori del 1996 a scontrarsi con gli alieni cattivi, allora respinti. La terra ha imparato la lezione ed è ormai un luogo pacificato, senza più guerre e pronto a collaborare a ogni livello, e i lucertoloni corazzati sono prigionieri nell'Area 51, oggi Quartiere Generale governativo. Ma quando si attiva il GPS interstellare qualcosa si rimette in moto…

Certo, il riferimento cui si guardava non era certo Apocalypse Now o Incontri Ravvicinati, ma nella sua semplicità baraccona appare oggi ancora più onesto e apprezzabile. Molto più di questo 'compito obbligato' nel quale troppi elementi sono giustapposti senza davvero un criterio che non sia quello di dare informazioni sparse e clichè in pasto al pubblico. A partire dal video di supporto al racconto, che mostra l'origine dell'odio tra il bello e dannato, insubordinato e nobile Liam Hemsworth e il sempre sorridente eroe annunciato Dylan Dubrow, figlio d'arte del defunto Capitano Steven Hiller, al quale viene chiesto del padre nella prima domanda della conferenza stampa nella Casa Bianca tanto per informarci delle modalità della sua morte.



E le caratterizzazioni dei personaggi non sono da meno. Visto che al fianco dei precedenti troviamo un altro - l'ennesimo nel cinema statunitense moderno - Presidente donna degli Stati Uniti, un primo della classe che rischia di distruggere la base lunare per sottolineare le proprie carenze affettive, un paio di 'donne coraggio' alla Die Hard e persino un Signore della Morte africano appassionato di filologia aliena, oltre ai vari apprezzabili - ma piuttosto impalpabili e dovuti - ritorni di Judd Hirsch, Brent Spiner, Bill Pullman, Jeff Goldblum, Vivica A. Fox (protagonista di una delle scene più fasulle della vicenda) e Charlotte Gainsbourg (quasi fastidiosa nella sua macchietta)

Non manca nemmeno il remake di 'quel' pugno in faccia. Ma il film rialza la testa proprio nel suo ipertrofismo (o coattagine, potremmo dire, tornando al lessico cinematografico più stretto). Come se gli sceneggiatori di Boris avessero sfruttato lo sfruttabile per un'ora e un quarto in attesa di arrivare al Gran Finale, fatto di città devastate, megalopoli volanti e scontri suicidi nel mezzo del deserto. Decisamente la parte più riuscita e divertente dell'intero prodotto. Che minaccia ora di fare il passo più lungo della gamba lanciandosi nello spazio esterno con una trilogia che aveva già smesso di aver senso quando lo stesso Roland Emmerich e la Fox rinunciarono alla realizzazione simultanea di Independence Day 4-Ever: Part I e Part II.


Independence Day - Rigenerazione, in sala dall'8 settembre 2016, è distribuito da 20th Century Fox.