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Il libertino

Autodistruzione e rovina, splendori e miserie: The Libertine è un omaggio allo spirito libertino, che Depp ha dedicato a Marlon Brando ed allo scrittore Hunter Thomson

Il libertino

12.04.2007 - Autore: M.S.
Regia di Laurence Dulmore
Con Johnny Depp, John Malkovich, Samantha Morton

Terminato nel 2004, dopo una serie di passaggi- al Toronto Film Festival nel 2004 e al Sundance nel 2005- ci sono voluti circa due anni prima che “The Libertine” potesse arrivare nelle sale.

Bloccato per questioni legali nella distribuzione, ma travagliato già sul set per continui blocchi censori, il film intanto nutriva la sua leggenda di strane voci, da casting per centinaia di bellissime comparse nude, a scene di sesso spinto fino a distruggere gli arredi, o di amori omosessuali costrette al taglio. Ma l’attenzione di stampa e pubblico si è concentrata soprattutto sul protagonista, Johnny Depp.

Dopo la parentesi di produzioni come 'La maledizione della prima luna' 1 e 2, o “La fabbrica del cioccolato”, che sembravano assecondarne la svolta esistenziale, da felice marito e padre famiglia, lontano dalla giovinezza dissoluta e dai riflettori hollywoodiani, The Libertine segna il ritorno dell’attore ad un ruolo sensuale, provocatorio, delirante.

Un’apoteosi, tanto che l'uscita americana è stata accompagnata da un tributo a Depp come “attore dell’anno e interprete rappresentativo del cinema contemporaneo” per le sue scelte “rischiose”, quanto affascinanti .

Consacrato dalla maschera di ribelle maledetto, è assolutamente perfetto ad interpretare i panni di John Wilmot, dissoluto poeta alla corte di re Carlo II, suo mecenate e confidente, passato alla storia come primo autore britannico di un poema pornografico con Sodom, or the Quintessence of Debauchery (l’unica copia scampata alla condanna di distruzione è stata venduta all’asta un anno fa  per 80 mila euro).

Passionario, tormentato, insaziabile, Wilcot riusciva comunque ad accattivarsi con la sua arguzia il favore del re,  a scandalizzare e ad osare al limite, ammiccando al suo pubblico.

Le prime battute del film sono un suo proemio “non vi piacerò..”. Sufficienti per convincerlo ad accettare il ruolo, ammette candidamente Depp alle interviste ostinate nel rintracciare parallelismi tra il personaggio e la vita della star.

Dietro il progetto, il produttore John Malkovich, che dopo una tournee teatrale come protagonista dello stesso testo di Stephen Jeffreys, si è deciso a trarne un film riservando a sé il ruolo di Carlo II.

La colonna sonora è affidata a Michael Nyman, e la regia a Laurence Dunmore, esordiente dal mondo dei video e della pubblicità, abile ad un linguaggio esplicito, denso, sporco, inseguendo le trame di corte e le atmosfere cupe e lascive, tra i confini incerti e flebili delle luci di candele.

Autodistruzione e rovina, splendori e miserie: The Libertine è un omaggio allo spirito libertino, che Depp ha dedicato a Marlon Brando ed allo scrittore Hunter Thomson (con lui  sul set di “Paura e delirio a La Vegas”). E che ha svelato censure e timori ben radicati ancora nel secondo millennio.
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