NOTIZIE

Il giovane Karl Marx e il Comunismo per tutti - La recensione

La Rivoluzione industriale e la lotta di classe tornano d'attualità con uno sforzo notevole e inedito che dà i suoi frutti.

06.04.2018 - Autore: Mattia Pasquini
Presentato Fuori Concorso all'ultimo Festival di Berlino, Il giovane Karl Marx costituisce una sorta di ritorno a casa per l'haitiano Raoul Peck, 'ex' giovane studente della locale Accademia di Film e Televisione ed ex Ministro della Cultura del suo Paese nei '90 affacciatosi alla cronaca cinematografica grazie all'Accadde in aprile del con Idris Elba e alla presentazione del primo film caraibico di sempre al Festival di Cannes, L'homme sur les quais (poi bissato nel 2000 da Lumumba alla Quinzaine des réalisateurs). A lui e al suo cosceneggiatore Pascal Bonitzer (già collaboratore di Jacques Rivette ed André Téchiné) il merito di aver voluto esplorare il volto davvero nascosto di una delle più grandi ideologie della Storia, soprattutto Moderna, e dei suoi teorici più conosciuti, qui mostrati nei loro anni giovanili, tumultuosi e passionali come non mai.



Siamo stati così abituati a vedere - e pensare - Karl Marx e Friedrich Engels nelle loro immagini più classiche, maturi e barbuti, seriosi e immobili, che scoprirli alla soglia dei trent'anni in preda al sacro fuoco della lotta per la giustizia sociale ha un effetto dirompente e riesce a cogliere di sorpresa. Molto del merito va sicuramente anche agli interpreti - l'August Diehl di Salt e Allied e lo Stefan Konarske del My Brother's Name is Robert and He is an Idiot, in concorso alla stessa Berlinale - sui quali poggia l'intera costruzione, e l'obbligo di riuscire a coinvolgere il pubblico in una vicenda che sulla carta sembrerebbe nata per allontanarlo.

Siamo nel 1843, la Rivoluzione Industriale ha stravolto le condizioni di vita della classe operaia e il principio comunista di fratellanza trova terreno fertile per il suo diffondersi. La premessa è tanto inevitabile quanto superflua, supponendo che in pochi affronteranno la visione del film senza avere le minime conoscenze di base sui due protagonisti e il loro Manifesto, ma la scopriamo presto altrettanto superata su due diverse direttrici, quella storica-filosofica e quella privata-romanzata.



Sul lungo termine, purtroppo e per quanto interessante, la prima finisce infatti per appesantire uno sviluppo capace comunque a rendere avvincente la svolta attivista dei giovani ideologi, colorendola di confronti accesi e dell'incontro con figure come Pierre-Joseph Proudhon o Mikhail Aleksandrovich Bakunin. Ma è con la seconda che il colpo decisivo giunge al bersaglio… Vedere Marx & Engels fare a pugni e flirtare, innamorarsi e fare sesso - e sorridere! - è certo qualcosa che va oltre la nostra immaginazione e oltre le aspettative dei più profondi conoscitori della materia. Qui semplificata (ma non per questo facilmente digeribile a tutti) e a tratti resa mera utopia giovanile per esigenze di dinamismo narrativo. Peck, coerente a se stesso, riesce comunque a trasmettere un messaggio, forse non solo al 'popolo di sinistra' generalmente inteso, e a realizzare una pellicola a tratti manualistica eppure originale, che ci accompagna verso la soglia di un momento chiave dell'Epoca che viviamo riducendo la drammatizzazione di un pensiero dirompente a una normalità fatta di conflitti familiari ed economici che potrebbero però gettare il ponte necessario a raggiungere la sensibilità degli spettatori di oggi.


Il giovane Karl Marx, in sala dal 5 aprile, è distribuito da Wanted Cinema.