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Il destino di un cavaliere

Il destino di un cavaliere

il destino di un cavaliere

14.04.2003 - Autore: Adriano Ercolani
(A Knights Tale) Di Brian Helgeland con Heth Ledger, Mark Addy, Rufus Sewell, Laura Fraser, Paul Bettany, Shannyn Sossamon, Alan Tudyk. Usa, 2001   La Trama Ci troviamo nel Medioevo inglese, ai tempi delle crociate: quando il suo padrone muore, il giovane stalliere William Thatcher (Heath Ledger) decide di improvvisarsi cavaliere e di combattere nelle varie giostre sotto le false spoglie del nobile Sir Ulrich von Lichtestein, proveniente dalla remota contea di Gelderland. Ad accompagnarlo i suoi due colleghi ed amici, il docile Roland (Mark Addy) ed il rissoso Wat (Alan Tudyk); dopo i primi tornei William inizia a dimostrare il suo valore, che però ancora non riesce a competere con quello del conte Adhemar (Rufus Sewell), capitano di ventura spietato e vendicativo. Alla piccola compagnia di avventurieri di William si aggiungono, nel corso del loro pellegrinaggio verso i vari tornei, anche il menestrello-scrittore Chaucher (PaulBettany) e la giovane Kate (Laura Fraser), costretta ad inventarsi fabbro dopo la morte del marito. Durante uno dei numerosi incontri William incontra la bellissima dama Jocelyn (Shannyn Sossamon), che dimostra immediatamente di apprezzare e ricambiare lattenzione dello sconosciuto cavaliere; anche se tra i due sboccia lamore, la fanciulla è già promessa ad Adhemar. Quando però il conte è richiamato in guerra con la sua compagnia, William diventa in poco tempo il cavaliere in grado di vincere tutte le giostre, ed acquista così fama e gloria. Anche la storia con Jocelyn sembra volgere al meglio. Purtroppo però Adhemar, tornato dalla battaglia, inizia a sospettare delle origini del misterioso Sir Ulrich von Lichtestein...   Il Commento Lidea portante di brian Helgeland nel girare Il destino di un Cavaliere è stata quella di costruire una favola accessibile al grande pubblico, anche attraverso costanti e precisi riferimenti al mondo contemporaneo: per questo molti dei costumi, delle acconciature degli attori, delle scenografie e soprattutto dei nomi dei personaggi rimandano direttamente ai nostri giorni. La scena iniziale è decisamente emblematica: mentre si inizia un torneo, la folla acclama i contendenti cantando a battendo le mani sulle note di We Will Rock You, vecchio successo dei Queen. Sotto questo aspetto di rivisitazione disincantata, spigliata e new age del film è piuttosto divertente, soprattutto per gli accostamenti davvero originali che il regista ne fa: altro momento molto gustoso è il ballo nella sala del castello, che si trasforma in discoteca al ritmo di suoni rap. Helgeland dirige con mano sciolta e sicura tutta la storia, grazie anche ad una sceneggiatura spigliata e dal ritmo giusto, la quale lascia poi decisamente molto spazio alle belle figure di contorno, come i due aiutanti di William; certo, dallo scrittore premio Oscar di L.A. Confidential (id., 1997) ci si dovrebbe aspettare forse ben altro script e soprattutto ben altro approfondimento dei personaggi, ma resta il fatto che il plot funziona a dovere, e sia i momenti eroici che quelli melodrammatici arrivano al momento giusto. Tutti gli attori sono poi abbastanza convincenti: se i due giovani protagonisti Heath Ledger e Shannyn Sossamon si adeguano bene ai rispettivi ruoli, sono però i gregari a farla da padrone: su tutti infatti brilla la vena comica del bravo Mark Addy (che già ci aveva fatto ridere in Full Monty, id., 1997) e soprattutto la sorpresa di Alan Tudyk, che interpreta il rissoso e fedele Wat con un piglio ed un istrionismo davvero ammirevoli. Non dimentichiamoci poi del cattivo e più conosciuto Rufus Sewell e del menestrello ciarliero Paulbettany. Insomma questo Il Destino di un Cavaliere a nostro avviso è una pellicola piuttosto riuscita, anche nellapparente strampalatezza della sua messa in scena: ovviamente si tratta di un film destinato al puro intrattenimento di un pubblico più giovane, ma lintelligenza del prodotto e loriginalità della confezione ne fanno senza dubbio unopera da vedere e gustare senza troppi pensieri.