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I CENTO PASSI

I CENTO PASSI

VHS

29.03.2001 - Autore: Luca Persiani
PROFILO CRITICO Nella tradizione di un certo cinema di denuncia italiano, il regista Marco Tullio Giordana (\"Maledetti vi amerò\", \"La domenica specialmente\", \"Pasolini un delitto italiano\") costruisce un racconto teso ed efficace, sfruttando al meglio i volti e le capacità dei giovani e quasi sconosciuti protagonisti. Se anche qua e là la passione civile è così intensa da trasformare lo sdegno antimafioso in retorica moralista, il film regge comunque su una sceneggiatura convincente (opera dello stesso Giordana, Claudio Fava e Monica Zapelli) e sull\'indiscutibile abilità del regista nel ritrarre luoghi, psicologie e personaggi con vividezza e precisione. Anche perché, nella sua essenza, il film è il racconto del rapporto contrastato fra Peppino e il padre Luigi, \"uomo d\'onore\", e più in generale fra l\'aspetto \"paterno\" e duro dell\'organizzazione mafiosa nei confronti dei cittadini e della società. Peppino è l\'emblema di un paese onesto e indignato, pieno di idee, passione civile e slanci culturali produttivi: cacciato di casa fonda un circolo culturale, stampa un giornale, organizza spettacoli di strada, si candida alle elezioni comunali. Ma è ancora una voce isolata, e spesso gli appoggi che trova sono frutto di una effimera tendenza generale del mondo dell\'epoca, piuttosto che di decise scelte verso il cambiamento. \'Cento passi\' era la distanza fra la casa degli Impastato e quella del boss Tano Badalamenti.    
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