Vista l’impostazione estetica fortemente connotata che da sempre Roberta Torre regala al suo cinema, lei in maniera molto maggiore di molti altri cineasti ha bisogno che le sue sceneggiature siano calibrate a puntino, e possano quindi supportare uno stile di messa in scena altrimenti sempre a rischio di manierismo. Questo suo ultimo “I baci mai dati” - che ha aperto la sezione Controcampo Italiano alla sessantasettesima Mostra del Cinema di Venezia - purtroppo non possiede tale requisito, e fin da subito si presenta come un lungometraggio che sembra possedere degli spunti di interesse che poi purtroppo non trasforma mai in veri momenti di buon cinema. Visivamente il film possiede una certa audacia nel mescolare con irriverenza realismo di fondo con momenti derivanti esplicitamente dal cinema di Almodovar.
La Torre appare aver ben presente che tipo di estetica dare alla sua storia di miracoli, adolescenti scettiche e famiglie disastrate. A non reggere fin da subito arriva una sceneggiatura approssimativa, sconclusionata, che suggerisce ma non spiega cosa sta esattamente succedendo alla storia o alla vita interiore dei personaggi. In questo modo tute le suggestioni che il film poteva proporre si perdono nella confusione narrativa e nel blando sviluppo della storia. Nel marasma generale anche i toni, una volta leggeri a poi improvvisamente melodrammatici, non sono equilibrati con la dovuta misura. Gli attori, incastrati in personaggi delineati a fatica, non esprimono certo il meglio delle loro doti: soprattutto la sempre efficace Donatella Finocchiaro si perde in una figura di madre sguaiata e cialtrona che non esce mai dallo stereotipo.
Il tentativo di rendere “I baci mai dati” un film originale ed estroverso da parte della sua regista fallisce purtroppo a causa soprattutto di una sceneggiatura incapace di costruire una storia ben ritmata e drammaturgicamente efficace. La Torre costruisce in questo modo un prodotto che soltanto in pochissimi momenti riesce a stimolare lo spettatore, regalandogli invece una storia incoerente che spesso cade nella retorica. Ci aspettiamo dalla cineasta milanese un tipo di cinema maggiormente ficcante e preciso , come ad esempio era stato il suo precedente, bello “Angela”.
"I baci mai dati" è distribuito nelle sale da Videa-CDE
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I baci mai dati - La nostra recensione
Il film di Roberta Torre, presentato al Festival di Venezia, sembra possedere degli spunti di interesse che poi purtroppo non trasforma mai in veri momenti di buon cinema
27.04.2011 - Autore: Adriano Ercolani