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Hot Fuzz

Dopo l'inaspettato ma travolgente successo della parodia "L'alba dei morti dementi", l'allegra brigata ci riprova prendendo di mira questa vota un genere collaudato come l'action, ma non solo

Hot Fuzz

21.08.2007 - Autore: Adriano Ercolani
     

  Dopo l’inaspettato ma travolgente successo della parodia “L’alba dei morti dementi” (Shaun of the Dead, 2004), l’allegra brigata composta da regista, sceneggiatori ed interpreti di quel piccolo gioiellino di nonsense ci riprova prendendo di mira questa vota un genere collaudato come l’action, ma non solo. Le strizzate d’occhio non si rivelano infatti soltanto cinematografiche, ma anche ammiccanti alla gloriosa tradizione letteraria del giallo britannico, in particolar modo Agata Christie ed Arthur Conan Doyle.

Hot Fuzz” fin dalle primissime scene si rivela come una miscela piuttosto riuscita di humour nero e gags dal sapore più esplicitamente slapstick: molto merito della riuscita della pellicola va attribuito al co-sceneggiatore e protagonista Simon Pegg, la cui divertente faccia di gomma si presta con perfetta funzionalità ad interpretare un personaggio comico di spessore. La risata nella maggior parte dei casi viene sprigionata dallo stridore tra la “forza” delle situazioni o della messa in scena, e la buffa fisicità di un gruppo di attori assolutamente capaci di ridicolizzare qualsiasi momento del film. Se una pecca può essere attribuita al film di Edgar Wright è quella di aver alzato troppo il tiro rispetto al precedente lungometraggio: “Hot Fuzz” mette molta carne al fuoco, e per stare dietro a tutti i rimandi e le storie che propone allunga la narrazione a dismisura, fino ad arrivare a due ore di film che sono decisamente eccessive. A parte qualche lungaggine però la pellicola è a tratti davvero spassosa, e conferma in pieno la bontà dei suoi realizzatori all’interno di un genere come quello parodico.