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Gli ultimi saranno ultimi - La nostra recensione

Paola Cortellesi e Alessandro Gassman in una dramedy di stampo italiano pienamente riuscita

Gli ultimi saranno ultimi

Gli ultimi saranno ultimi

12.11.2015 - Autore: Alessia Laudati (Nexta)
Massimiliano Bruno dalla parte degli umili, dei marginali e di tutti quei soggetti cresciuti con l’idea che una vita semplice, fatta di un lavoro modesto, di una quotidianità vissuta fuori dalle metropoli d’Italia, Roma e Milano, di un’identità personale che si rispecchia nella qualità degli affetti e non nel patrimonio, possa da sola garantire un ideale minimo di felicità. Ma non è così per tutti e il regista di Nessuno mi può giudicare ci conduce verso questa lezione durissima attraverso un bel film drammatico e insieme comico, fatto di un piccolo universo di sentimenti umili, teneri, dignitosi, descritti senza il piombo del pietismo. E nell’Italia melodrammatica del regista, che con questo film porta sullo schermo un’esperienza nata da principio in teatro, questo piccolo sogno antico è destinato a scontrarsi con la crudezza di una realtà che schiaccia forzatamente con il peso della propria ingiustizia.



A dare l’avvio a una storia fatta di drammi quotidiani aspri e dolceamari, la vicenda di Luciana (Paola Cortellesi), che vedrà inibito il suo diritto di avere allo stesso tempo un lavoro e un figlio, in un precipitare di tragedie economiche e affettive non solo al femminile. E se la Cortellesi è al centro della vicenda, dolce e intensa la sua interpretazione, alla sua storia in rosa fa dà contrappeso invece quella di Antonio (Fabrizio Bentivoglio) personaggio tenero e triste, vessato da una tragedia personale passata e quella del marito fannullone Alessandro Gassmann.
 
Gli ultimi saranno ultimi, è quindi un dramma cupo con qualche pennellata di ironia, mai liberatoria, ma sempre dolceamara nel solco di una maniera di fare commedia dove la risata è piuttosto nevrotica e grottesca invece che liberatoria, che fa intravedere una parte del paese drammaticamente reale. E i temi, quelli della scelta personale, della dignità, della lotta all’oppressione e alle ingiustizie, sono visti attraverso la lente di una classe, quella popolare, mai rappresentata in maniera così vivida, esatta, e lontana da qualunque caratterizzazione macchiettistica. In sintesi, Bruno ci consegna un ritratto spietato e compiuto di un’Italia che fatica a rimanere onesta, perché tutto il suo sistema la opprime e la costringe a scegliere, come alternativa plausibile alla disperazione, quella della rabbia e della violenza verso l’altro. E gli ultimi saranno ultimi è un film bello, equilibrato, disperato, grottescamente comico che racconta questo bivio umano con molta franchezza. 

Gli ultimi saranno ultimi è distribuito in sala da 01.