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"Galline in fuga"

"Galline in fuga", tra animazione e divertimento

Galline in fuga

14.04.2003 - Autore: Roberto Arduini
Nel suo allevamento di pollame, la terribile signora Tweedy, pretende lefficienza. Quando una gallina non produce la sua quota giornaliera di uova va incontro a un misero destino. Le galline non vivono unesistenza tranquilla, tenute prigioniere in un recinto di fil di ferro, che assomiglia ad un lager, e soggette alle angherie della proprietaria. A offrire loro un filo di speranza scende dal cielo il pollo americano Rocky, che cercherà di aiutarle in una fuga impossibile.   Il commento Galline in fuga, con i suoi protagonisti in plastilina, propone il ritorno a una delle più antiche e suggestive forme di narrazione animata. Lanimazione in plastilina richiede una manualità da parte dellautore che, di fotogramma in fotogramma, manipola il materiale, per creare emozioni e suspense sui volti dei personaggi. Il risultato è il primo lungometraggio della Aardman, un kolossal costato 40 milioni di dollari, più altrettanti spesi per la pubblicità e i gadget. Sostenuta dalla produzione della Dreamworks di Steven Spielberg, il film è diretto da Nick Park e Peter Lord. Nella loro ultima fatica ci sono volute 300 galline grandi e 130 piccole (per le scene con gli umani). Tutte in plastilina, con uno scheletro di ferro per facilitare il movimento. E tutte con la sciarpa al collo, per nascondere lattaccatura della testa, così da poter essere sostituita con facilità per i cambi despressione e i movimenti del becco. Anziché gestire simultaneamente gli abituali 4/5 set di un normale corto di Wallace & Gromit, però, si sono trovati a tenerne in piedi 30, con 300 collaboratori. Così possono aver scelto in qualche modo di limitare la loro vena più surreale, quellumorismo tipicamente britannico proprio dei precedenti lavori, a favore di una trama più semplicemente dazione. La storia è, infatti, una versione avicola di un bel gruppo di film di guerra. Molte scene sono ispirate a sequenze di film come La grande fuga, Fuga per la vittoria, Fuga da Sobibor e Gli eroi di Hogan. La prigione-lager è il pollaio della ferrea signora Tweedy, in cui le galline vengono \"giustiziate\" con regolarità. La caratterizzazione dei personaggi è azzeccata per il tipo di storia, ma la cosa più entusiasmante è lampio respiro rispetto ai cortometraggi, conservando al tempo stesso la cura del dettaglio. Il segreto di tanta sovrabbondanza di mezzi è luso oculato e quasi invisibile del computer. Questa è linfluenza americana sulla Aardman. Un uso discreto, equivalente ai fondali in computer grafica dei film dal vero, è stato la moltiplicazione delle tremanti galline schierate di fronte ai loro aguzzini umani per lappello quotidiano. Il risultato ottenuto è una tecnica danimazione perfezionata a livelli incredibili, con scene di massa, come quelle del ballo o della grande fuga, con una coreografia di galline dentro una delle stie più grandi, che occupava tutti i 20 metri dello studio. Un ruolo centrale è assegnato alla macchina per i pasticci di pollo. Ingranaggi, leve e bulloni sono una caratteristica tipica delle animazioni di Nick Park e Peter Lord (in Wallace & Gromit cera un marchingegno per vestizione automatica del protagonista), e le scene che coinvolgono il mostruoso macchinario sono tra le più divertenti. Nel complesso, pur se divertente, il primo lungometraggio della Aardman non arriva alle vette degli alti standard di Wallace & Gromit. Sarà dovuto forse allinfluenza americana, che per fortuna non si spinge fino al punto di snaturare la surreale umanità che è propria di tutte le opere di Nick Park.   In sintesi I potenti mezzi messi a disposizione dalla Dreamworks sono stati usati in maniera intelligente per costruire un film in cui il computer è al servizio delluomo e non il contrario.   Giudizio Assolutamente da non perdere per gli amanti dellanimazione.   Per conoscere il finale clicca su segue        
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