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Fuck you prof - La nostra recensione

La buona scuola del regista tedesco è trasgressiva oltre ogni immaginazione. Ma funziona

Fuck you prof - film

Fuck you prof - film

15.10.2015 - Autore: Alessia Laudati  (nexta)
L'attimo fuggente in versione scorretta e meno idealista, con una fotografia che in ogni frame, respiro, tono, svecchia il racconto della gioventù dietro al banco. Fuck you, prof!, piccolo film tedesco uscito nel 2013 e che ha avuto persino un secondo capitolo inedito in Italia, è davvero travolgente. Nell'ironia, assolutamente poco politically correct, con la quale si racconta di un ex-criminale (Elyas M'Barek) che per recuperare un bottino è costretto a fingersi un insegnante, e nella riflessione finale, capace di mandare all'aria qualunque programma pedagogico visto al cinema. Il tutto condito da un irresistibile sense of humor e senza paura di scioccare i benpensanti con idee alquanto sovversive in tema di rapporto insegnante-alunno. 



Siamo ovviamente in un film, ed è quindi divertente poter osservare il paradosso reso credibile da una sceneggiatura di ferro, ovvero che il migliore degli insegnanti, quello che più riesce a penetrare nel cuore dei ragazzi, sia un bizzarro e improbabile reietto della società. Un criminale duro e puro. 

Rivoluzionario? Molto. Soprattutto la pellicola bilancia bene i toni della commedia, senza volgarità, strizzando l'occhio a un pubblico di giovani che vuole forse trasgredire e allo stesso tempo desidera farlo in maniera intelligente. Qui lo scopo è raggiunto, e anche i toni della commedia rosa trovano un loro divertente spazio. Quindi, la 'buona scuola' di Bora Dagtekin, regista e sceneggiatore del film, si rivela quindi un posto molto più moderno rispetto alla realtà che conosciamo, dove ci si scorda di protocolli seriosi per tornare invece al contatto personale e a un'esplosiva carica vitale. Questo può davvero essere abbastanza per una commedia, che senza grosse pretese, arriva dritta al cuore e anche al cervello degli spettatori.