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Cell – La nostra recensione del film di zombie tratto da Stephen King

John Cusack e Samuel L. Jackson tornano insieme sul grande schermo dopo 1408, per un nuovo adattamento di Stephen King che però non lascia il segno

Cell

14.07.2016 - Autore: Marco Triolo (Nexta)
Come prendere delle premesse interessanti, svilupparle per un'ora e mezza in maniera fin troppo generica e tradirle completamente in un finale frettoloso e tronco. Questo è, in poche parole, Cell, horror diretto da Tod Williams (Paranormal Activity 2) che si presenta un po' come un piccolo evento di cui nessuno sentiva davvero il bisogno, ovvero la reunion cinematografica tra John Cusack, Samuel L. Jackson e Stephen King, la squadra di 1408.

Da King arriva, infatti, la storia su cui questo Cell è basato, e l'autore ne ha anche scritto la sceneggiatura (insieme ad Adam Alleca). E si vede. King, per quanto sia uno dei più grandi scrittori horror viventi, non ha mai brillato quando si è trattato di scrivere per il cinema, e Cell conferma questa impressione. E fa nascere anche un'altra riflessione: la narrativa di King funziona al cinema solo se viene tradita (vedere Shining), perché la forza dei suoi romanzi non sta tanto nelle idee, che comunque non mancano, quanto nella sua capacità di creare personaggi veri, vivi, pulsanti e complessi. King si prende tutto il tempo necessario per delinearli al meglio, cosa possibile in un libro ma più difficile al cinema, dove si ha meno tempo. Risultato: le storie sono le stesse, ma si perde proprio quella complessità emotiva che le rende speciali.



Prendiamo appunto Cell: bello lo spunto di un misterioso segnale che fuoriesce all'improvviso dai cellulari e trasforma le persone in zombie rabbiosi. Bella l'idea che detti zombie abbiano una mente collettiva e si muovano come uno stormo di uccelli. Intrigante il mistero su chi o cosa si celi dietro il segnale e questa mente alveare. Una tematica spesso vista nell'opera di King, quella di un male imperscrutabile che sconvolge le vite degli uomini senza motivo apparente, ma lasciando indizi sulla sua natura tramite la comunicazione extrasensoriale.

Peccato che queste trovate finiscano annacquate in un road movie stravisto, pieno di personaggi poco memorabili – attorniati da macchiette che vanno e vengono senza lasciare il segno – con uno svolgimento banale e prevedibile. E frettoloso, come già detto. Pare quasi che qualcuno abbia preso il copione e strappato via le pagine dell'atto finale. Quello che dovrebbe essere lo scontro ultimo tra il protagonista Clay Riddell (Cusack) e il genio del male che ha orchestrato questa imprevista “evoluzione” dell'umanità si risolve in un anticlimax da manuale, con tanto di conclusione beffarda che non è per nulla guadagnata, ma solo buttata lì tanto per chiudere, in mancanza di altro.



Ed è tanto più frustrante se pensiamo che, in mano a qualche autore di serie A capace di tenere testa all'ingombrante ego di Stephen King, questo materiale avrebbe potuto regalarci un film epico, un viaggio attraverso un'America devastata dall'apocalisse alla scoperta di un mistero inquietante sulla natura umana e la tecnologia. Invece, così com'è, sembra solo il pilot malriuscito di una serie che, fortunatamente, non vedremo mai.

Cell è distribuito in Italia da Notorious Pictures. Qui il trailer.