NOTIZIE

Castle Rock, la recensione della nuova serie ispirata ai romanzi di Stephen King

La serie Hulu ambientata nell'universo letterario dello scrittore del Maine ha il sapore di un suo romanzo inedito

Castle Rock

30.07.2018 - Autore: Marco Triolo
Castle Rock come Derry. Le due più famose cittadine del Maine immaginario di Stephen King hanno molto in comune in Castle Rock, la serie ispirata all'universo condiviso dei romanzi e dei racconti dello scrittore horror più amato e seguito. Entrambe sono luoghi maledetti, in cui pare risiedere una forza oscura, causa delle interminabili tragedie che si sono susseguite negli anni.
 
Solo che la presenza maligna di Castle Rock è un po' più sfuggente rispetto al clown Pennywise, almeno per ora. Ironia della sorte? In entrambi i casi Bill Skarsgard ha qualcosa a che vedere con essa.

 
I primi tre episodi di Castle Rock sorprendono, perché dai trailer pareva che la serie prodotta da J.J. Abrams (la sua seconda ispirata a King dopo 22/11/'63) sarebbe stata un'antologia nella vena di Electric Dreams, la serie Amazon ispirata ai racconti di Philip K. Dick. Al contrario, Castle Rock è una serie serializzata con una lunga storia divisa in episodi, come 22/11/'63 per l'appunto. Con la differenza che qui King è solo il nume tutelare di una storia originale creata da Sam Shaw e Dustin Thomason.
 
Una storia che parte con un antefatto nel 1991: il piccolo Henry Deaver, sparito da giorni, viene ritrovato dallo sceriffo Alan Pangborn (protagonista dei romanzi La metà oscura e Cose preziose) in mezzo ai boschi innevati. Il padre del ragazzo, il reverendo locale, è morto dopo essere caduto da una scogliera e Henry è considerato responsabile, anche se lui non ha memoria dei fatti. Oggi, Deaver (André Holland) è diventato un avvocato che, in Texas, lavora con i condannati a morte. Una telefonata lo fa tornare a Castle Rock a occuparsi dello strano caso di un ragazzo (Skarsgard) trovato dentro una gabbia in un'ala del carcere di Shawshank (lo stesso de Le ali della libertà) chiusa da tempo. Un fatto di cui potrebbe essere responsabile l'ex direttore del carcere, Dale Lacy (Terry O'Quinn).

 
Come detto, Stephen King non è personalmente coinvolto nella scrittura della serie, ma guardandola ci si rende conto di quanto Shaw e Thomason abbiano amato la bibliografia e la filmografia dello scrittore e di quanto da vicino le abbiano studiate e assimilate. Non tanto e non solo per le innumerevoli citazioni e strizzate d'occhio che si colgono tra le righe – i riferimenti a Cujo, Cose preziose, Le ali della libertà, Shining e Stand by Me abbondano – quanto per la struttura corale, l'amore per le piccole storie che svelano pian piano dettagli sempre più terrificanti, i rapporti famigliari difficili. E per la cura con cui sono state scelte le location, che restituiscono sullo schermo il feeling descritto da King quando parla di Castle Rock. Una cittadina che pareva essere morta dopo i fatti disastrosi di Cose preziose, ma che invece è sopravvissuta a stento. È un luogo decadente, stagnante, e infatti una delle sottotrame riguarda proprio il recupero del centro storico.
 
Si ha la sensazione, insomma, di stare assistendo a un romanzo inedito di King, un'appendice alla saga di Castle Rock ritrovata in un baule a 27 anni da Cose preziose. L'idea di fondo è semplice e anche abbastanza prevedibile: qualcosa di maligno si nasconde a Castle Rock ed è la vera causa di tutti i suoi mali. Una scusa bella e buona che ha permesso a Shaw e Thomason di sguazzare nel parco giochi kinghiano, mescolando personaggi (e attori, tra cui Sissy “Carrie” Spacek), suggestioni, location (il bar Mellow Tiger, il carcere di Shawshank appunto) per dare una visione a 360° di una cittadina che, probabilmente, anche David Lynch conosceva quando creò Twin Peaks insieme a Mark Frost.

 
Di misteri in Castle Rock ce ne sono diversi. Di personaggi intriganti anche. Scritti, oltretutto, molto bene: solamente nei primi episodi c'è già una grossa rivelazione che cambia completamente la percezione di uno dei protagonisti. Ma di grosse rivelazioni ce ne saranno sicuramente altre e ben più scioccanti, perché il passato di Henry Deaver giocherà un ruolo importante e imprevedibile nella comprensione del presente di Castle Rock. Non vediamo l'ora di scoprire quale.