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Blair Witch – La nostra recensione

Sequel canonico e in linea con il volume I che comunque funziona

Blair Witch

Blair Witch

16.09.2016 - Autore: Alessia Laudati (Nexta)
Era il 1999 quando The Blair Witch Project ci terrorizzava dall’alto di una videocamera tremolante. Il film di Daniel Myrick e Eduardo Sánchez ebbe l’intuizione geniale di usare lo stile del mockumentary per raccontare la storia di tre studenti della scuola di cinema che rincorrendo la leggenda della strega di Blair, finivano in una spirale di orrore la cui fine rimaneva infine ignota. La pellicola orginaria riusciva a terrorizzare proprio assottigliando il confine tra ciò che appare come finto e ciò che non lo è affatto, utilizzando in questo processo il codice del documentario per stravolgere la prospettiva dello spettatore e la sua incredulità tipicamente da sala buia. Questo potrebbe essere il parametro con il quale provare a valutare il sequel del film, che ha più legami con il primo capito della saga, piuttosto che con il secondo. E in effetti da questo punto di vista Blair Witch di Adam Wingard ricostruisce quell’universo di spavento che proprio su questo meccanismo si basava. La trama infatti è in linea con The Blair Witch Project. 

Sono passati molti anni dalla misteriosa scomparsa dei ragazzi di The Blair Witch e il fratello di una di loro, decide di tornare nella foresta di Black Hills per scoprire la verità. Ovviamente filmando ciò che accade. Seguiranno fenomeni paranormali, un senso ossessivo per la ripresa degli eventi, anche quelli più tragici, e un utilizzo palese, nella storia, di tecnologie di ripresa, droni, videocamere che si posizionano sull’orecchio, che amplificano quel senso di straniamento iconico del primo film. 


Per questo motivo Blair Witch è un seguito riuscito; non dal punto di vista dell’innovazione, perché di nuovo porta poco e niente in senso radicale, ma piuttosto è un’evoluzione naturale di quanto di buono esisteva in The Blair Witch. Dal punto di vista dei temi orrifici, dà infatti quella sensazione di claustrofobia, e l’uso di footage rende tutto più realistico e spaventoso. Forse l’audio a volte è rumoroso e incalzante in maniera eccessiva, quasi a voler nascondere un po’ di vuoto di una formula che comunque somiglia sempre a se stessa. Ma è un piccolo difetto in un film che ancora una volta fa guardare indietro con sospetto mentre percorriamo la strada verso la macchina dopo l’uscita dal cinema. 

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Blair Witch, in uscita il 21 settembre è distribuito da Eagle Pictures.