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Between Us - La recensione del film d'apertura del Festival di Torino

Tagliente, amarissima e 'comune' la storia d'amore raccontata da Rafael Palacio Illingworth

19.11.2016 - Autore: Mattia Pasquini (Nexta)
Si apre il Festival di Torino 2016, e nella giornata inaugurale la kermesse sembra concentrare le proprie proposte sui rapporti di coppia, e le incertezze che determinano. Situazioni comuni, che riescono a fare facilmente presa sugli spettatori di ogni tipo proprio per la loro universalità, a prescindere dalla condivisione o dall'esperienza personale di certe dinamiche, frustrazioni o debolezze.

Sono queste le direttrici sulle quali si muovono i due protagonisti di Between Us - Olivia Thirlby (Juno) e Ben Feldman (Mad Men) - nel loro scontrarsi con aspettative indotte e convenzioni sociali, prima ancora che con le insoddisfazioni della coppia stessa. Una di quelle coppie classiche da cinema indie: trentenni benestanti, californiani di Los Feliz (uno dei 'quartieri' più alla moda e residenziali di Los Angeles) e attratti tanto dalle tendenze più diffuse quanto incapaci di accettare il loro esser andati oltre una certa stagione della propria vita.



Un Come Eravamo che si apre e si chiude con una nuvola magrittiana a commentare idealmente l'iniziale scambio nostalgico fuori campo e la dolorosa conclusione, senza parole. In mezzo un percorso, quello di tanti. Di chi riesce a guardare dentro di sé, riconoscendo le proprie mancanze, e le imposizioni che sentiamo o le pressioni che dall'esterno vengono trasmesse a certe coppie. Magari non sposate, magari nel momento 'giusto' per fare certe scelte. Anche non 'proprie', ma 'dovute'. A chi, non si sa bene…

Forze capaci di distruggere i legami più saldi. Figuriamoci quelli tra soggetti non completamente realizzati e ancora in balia di modelli archetipici: Lei attratta dagli uomini di successo ma incapace di riconoscerlo, lui in costante cerca di conferme, magari sotto le gonnelle altrui, magari irrealizzati. Sogni. Desideri. Che uniti alla paura di aver fatto la scelta sbagliata possono spingere a farla davvero. Per eliminare i dubbi, o per avere la forza dai affrontarne di nuovi; o costringersi a farlo.

Nel nuovo sguardo di Rafael Palacio Illingworth sulla coppia (dopo il Macho del 2009, suo esordio) - nonostante cattiverie, scontri taglienti, momenti amari - è bello scoprire come non ci siano giudizi nell'osservazione di dinamiche che potremmo definire persino convenzionali, e che ci si mostri capaci di comprensione. E di saper accettare ogni esito, il tradimento insito nel sogno, nella fuga, nella natura umana. Come fanno loro, che non si ameranno di meno (o forse si), che andranno avanti nella loro vita (o forse no), e senza le paure che avevano. Forse con delle nuove, con qualche rimorso, ma finalmente senza rimpianti.