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Abbraccialo per me – La nostra recensione

Priva di senso documentaristico o di critica sociale, la disabilità mentale secondo Vittorio Sindoni è soprattutto una gestione complicata di un rapporto d’amore 

Abbraccialo per me 

Abbraccialo per me 

21.04.2016 - Autore: Alessia Laudati (Nexta)
Una madre coraggio (Stefania Rocca) lotta contro la realtà dei fatti, contro lo stigma sociale che pesano sulla disabilità intellettiva del figlio, al quale dà volto il bravissimo Moisè Curia nei panni di Ciccio, in un’Italia ancora poco pronta a capire la malattia mentale.

Essa è infatti diversa per ciascun malato ma cambia radicalmente la vita dei famigliari del paziente stesso. Eppure Abbraccialo per me di Vittorio Sindoni, non è un film che celebra con asciuttezza, magari anche attraverso l'esercizio di un po’ di critica sociale, l’atteggiamento comune tenuto nei confronti della disabilità intellettiva.

Non è un film di denuncia questo Abbraccialo per me; piuttosto è un dramma intenso che si concentra soprattutto sul rapporto madre-figlio. In questo caso è bravissima Stefania Rocca a raccontare con pathos, intensità anche leggerezza – perché la cifra più riuscita di questo film è proprio l’alternanza di momenti giocosi scelta per rappresentare una normalità che non è solo dolore e pena – sia l’attaccamento, sia le difficoltà di crescere un figlio con disabilità intellettiva.

La madre della Rocca e una genitrice che si sacrifica, tralasciando tutto, dal lavoro al rapporto con il marito, quest’ultimo interpretato dal bravo Vincenzo Amato, pur di supportare Ciccio nella ricerca di sé e nelle molte fasi difficili che costellano la vita degli intellettualmente disabili.



É un amore filiale portato all’eccesso ma che dimostra bene il senso di una scelta di questo tipo e che Sindoni racconta con toni quasi melò nei quali infila persino dell’umorismo, dei momenti divertenti, insomma della normalità, come ci si aspetta che avvenga anche in questi nuclei famigliari così particolari. E questo piace.

Certo a volte il formato è eccessivamente televisivo, con pochi momenti densi di ritmo e tanto spazio dato a una recitazione sempre carica e volutamente esasperata. Ma il film funziona, emoziona e apre gli occhi su un pezzo di umanità che lotta tutti i giorni per i propri figli e per conquistarsi un qualcosa di simile a ciò che noi possiamo chiamare stabilità.

Abbraccialo per me, in uscita il 21 aprile, è distribuito da Zenit Distribution.
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