NOTIZIE

A Torino il cinema violento e irriverente di Sion Sono

Tre film del regista giapponese presentati nella sezione After Hours del Festival: Real Oni Gokko, Love & Peace e Shinjuku Swan

Shinjuku Swan

24.11.2015 - Autore: Marco Triolo (Nexta)
C'è qualcosa di incredibilmente istruttivo nel vedere tre film di Sion Sono in uno stesso festival. L'autore di Himizu è uno dei più rispettati filmmaker giapponesi di oggi, e ultimamente è diventato anche uno dei più prolifici, alla stregua di Takashi Miike. Nel 2015 ha firmato sette lavori, tra cui un film per la TV. È dunque “istruttivo” vederne tre opere perché si può davvero capire molto sull'etica lavorativa giapponese, totalmente aliena da quella europea e americana. Al Torino Film Festival, Sono presenta Real Oni Gokko, Love & Peace e Shinjuku Swan. Tre lavori che sembrano diretti da altrettanti registi diversi.



Real Oni Gokko (anche noto come Tag) è un incubo folle che parte da una premessa horror originale ma abbastanza semplice: un vento assassino uccide un'intera scolaresca in viaggio su un pullman. Si salva solo Mitsuko (Reina Triendl), che fugge ma, all'improvviso, si ritrova in un'altra scuola, con nuove compagne di classe. Inizia così ad attraversare svariati universi paralleli, cambiando anche fisionomia. Il vento ogni tanto riappare, ma non è più la minaccia centrale. Insomma, si parte da un concetto semplice, su cui un americano avrebbe costruito l'intero film, e si devia verso un calderone dell'assurdo che diventa metafora dei videogame e della loro capacità di farci vivere vite alternative alla nostra. Il risultato è quasi incomprensibile, zeppo di metafore e livelli di lettura, in cui il rischio di perdersi è alto. Eppure Real Oni Gokko è una gioia per gli occhi e diverte moltissimo, sempre che accettiate di non ascoltare la vocina della ragione dentro il vostro cervello. Il film parla anche di destino, di come esso controlli le nostre vite, già prestabilite, ma di come possa essere ingannato attraverso un'azione imprevedibile.

Un tema che ritroviamo, più o meno, in Love & Peace. Ma è giusto per tentare di dare un senso all'opera di Sono, perché per il resto Love & Peace è qualcosa di completamente diverso. Un film di riscatto sociale filtrato dalla lente della fantasia nipponica più vivace e onnivora di iconografie. Ma è anche, sorprendentemente, un film di Natale. Qui il protagonista è Ryoichi (Hiroki Hasegawa), impiegato di un'azienda che produce pezzi di strumenti musicali, vessato e preso in giro dai colleghi. Un giorno, decide di comprare una tartaruga, ma la getta nello scarico dopo che i colleghi l'hanno scoperta. La tartaruga viene salvata da un uomo misterioso che vive nelle fogne e che confeziona pillole in grado di dare la vita ai giocattoli e la parola agli animali. Ma l'uomo sbaglia pillola, e la tartaruga ottiene la capacità di esaudire i desideri, trasformando Ryo in una rock-star...



Si capisce come sia pressoché impossibile sintetizzare un plot che sarebbe un eufemismo definire bizzarro. Love & Peace colpisce perché racconta una classica parabola da sogno americano – un uomo comune che riceve una seconda chance, la sfrutta per fare successo e nel farlo diventa arrogante e dimentica gli amici e le persone che amava – ma la trasforma in una sorta di fiaba demenziale e coloratissima. Il fatto che sia un giapponese a impossessarsi di un arco narrativo tipicamente americano fa sì che, al netto dell'ossessione tutta americana per la seconda chance, il film prenda strade imprevedibili e si concluda senza moralismi didascalici. Il tema del destino è presente anche qui, come si diceva: come Mitsuko, Ryo è un personaggio in mano a forze superiori, che lo manipolano come fosse un burattino. Sarà la sua forza d'animo, forse, a concedergli di cambiare al meglio la sua vita. Love & Peace include anche un finale parodia dei film di Godzilla e sembra più un lavoro nelle corde di Miike che in quelle di Sono.

Infine, Shinjuku Swan è un melodramma noir ambientato nel mondo della prostituzione (legale) di Tokyo. Tratto da un manga di Ken Wakui, dei tre è l'unico a non essere stato scritto da Sono. E, nonostante l'origine fumettistica del materiale, è anche il più prosaico dei tre. Allo stesso tempo, però, l'ambientazione è totalmente avulsa da qualsiasi esperienza occidentale: l'eroe del film è infatti Tatsuhiko Shiratori (Go Ayano), uno “scout”, ovvero l'impiegato di un'agenzia che si occupa di avvicinare per strada le belle ragazze e proporre loro un lavoro come prostitute in club locali. Si parla di vere e proprie agenzie di talent scout, come quelle per cercare le star della musica e del cinema. E Tatsuhiko è un personaggio positivo, che recluta le ragazze ma vuole che siano felici.



Per un occidentale è difficile comprendere come le due cose si possano conciliare. Sono ci costruisce invece un serio melodramma fatto di lealtà e amicizie infrante, in cui i protettori sono pronti a eliminare chiunque si metta a spacciare droga. È il più classico dei confronti tra criminalità vecchia (e onorevole) e nuova (mossa solo dalla sete di potere). Un topos ormai più che superato in Occidente, ma che in Oriente va ancora per la maggiore, se consideriamo anche la figura molto particolare degli Yakuza, che non sono proprio come i nostri mafiosi, ma fanno parte di organizzazioni semi-legali che, in occasione di disastri naturali, ad esempio, portano persino aiuti alla popolazione. Si tratta, quindi, di un mondo che non può essere paragonato al nostro e, per quanto Shinjuku Swan soffra di un'eccessiva lunghezza e problemi di ritmo, resta un'opera di sicuro fascino per gli amanti del genere.
FILM E PERSONE