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47 Ronin - La nostra recensione

Epica, sentimento, fantasy. Sorprende il film che segna il bel ritorno di Keanu Reeves

47 Ronin - Keanu Reeves

13.03.2014 - Autore: Adriano Ercolani, da New York
Ecco la sorpresa cinematografica di inizio 2014 che proprio non ti aspetti.

Dopo essere stato rimandato svariate volte nell'uscita in sala 47 Ronin sembrava essere uno di quel classici prodotti che rimangono sul groppone delle case di distribuzione, a macerare finché in attesa di un'uscita in sala capace di contenere i numeri di un possibile disastro. Un'operazione sbagliata, in poche parole. E invece l'action/fantasy diretto dall'esordiente Carl Rinsch e interpretato da Keanu Reeves si è rivelato un lavoro pienamente riuscito, meritevole ben oltre le più rosee aspettative.



La storia è ispirata al leggendario sacrificio di un gruppo di samurai che nel Giappone del diciottesimo secolo vollero vendicare il loro maestro ingiustamente assassinato. Rinsch sfrutta l'idea di partenza per costruire un lungometraggio dallo spessore epico che rimanda direttamente ai classici, senza per questo risultare fuori tempo massimo. La messa in scena del film è molto precisa a livello estetico e perfettamente ritmata nella cadenza narrativa. 47 Ronin non propone al pubblico scene d'azione senza sosta, tutt'altro: ci troviamo invece di fronte a un film che sa prendersi le sue pause per esplorare il dramma interiore dei samurai rinnegati e la storia d'amore coinvolgente tra i due protagonisti. Senza eccedere in sentimentalismi da una parte o in scene di grandi effetti speciali dall'altra, l'opera trova un equilibrio di sorprendente efficacia. Si entra in empatia con i personaggi principali, i cui archi narrativi sono molto ben delineati, soprattutto quelli dei due ruoli maschili principali.

Keanu Reeves lavora in sottrazione e tratteggia con lucidità un eroe silenzioso ma sempre pronto a battersi per ciò che ritiene giusto. La vera forza propulsiva di 47 Ronin è però Hiroyuki Sanada, caratterista già visto in molte produzioni occidentali come L'ultimo samurai, Quella sera dorata, l'ultimo Wolverine e il prossimo The Railway Man, accanto a Colin Firth. La recitazione compassata e la notevole presenza scenica dell'attore conferiscono al suo ruolo una possanza drammatica impossibile da non vedere. Da ottimo contraltare gli fa poi Rinko Kikuchi nei panni della strega rivale, parte che le permette di mostrare oltre che una fino ad ora inesplorata carica erotica.



Senza gridare al capolavoro 47 Ronin dimostra invece che il cinema costruito con solidità è ancora in grado di intrattenere con intelligenza ed emozione. Un bel film epico, solenne e doloroso al punto giusto. Promosso a sorpresa con pieni voti.

47 Ronin, in uscita il 13 marzo, è distribuito dalla Universal Pictures.

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