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211 – Rapina in corso, la recensione del nuovo action con Nicolas Cage

L'attore interpreta un poliziotto alle prese con una rapina violentissima nel film ispirato a una storia realmente accaduta

211 - Rapina in corso

14.06.2018 - Autore: Marco Triolo
Nicolas Cage, in questi ultimi anni, è diventato un meme. Nel senso vero del termine: la sua faccia, estrapolata da una scena del film Stress da vampiro, è diventata una presenza fissa sui social come risposta sarcastica a un'affermazione ovvia. La recitazione sopra le righe dell'attore è da “incolpare” per questa strana evoluzione della sua figura pubblica. I debiti col fisco, se ascoltiamo le malelingue, sono invece da incolpare per la sua scelta di interpretare quanti più ruoli possibili. Tra questi ci sono indubbie chicche che ci ricordano come il nipote di Coppola sia un attore a tutti gli effetti. Dall'altra parte ci sono i film in cui Cage recita costantemente con lo sguardo a palla, cavalcando la sua fama di pazzo senza particolare sforzo o trasporto. In mezzo ci sono film come 211 – Rapina in corso, che stanno, appunto... nel mezzo.
 
Il film di York Alec Shackleton sembra un prodotto DTV, cioè direct-to-video, quei film che, in America, si producono esclusivamente per il mercato home video (una volta per i DVD, oggi per l'on demand). DTV può voler dire molte cose: si passa dai sequel di film d'azione di successo con cast completamente diversi (o incentrati su personaggi minori degli originali) ad action troppo timidi o generici per funzionare in sala. Purtroppo, 211, che pure è uscito al cinema, ricade proprio in quest'ultima categoria.

 
Cage interpreta Mike Chandler, un agente di polizia che, insieme al partner Steve MacAvoy (Dwayne Cameron), suo genero che da poco ha saputo di aspettare un figlio, viene incaricato di portare con sé in pattuglia Kenny (Michael Rainey Jr.), ragazzino sospeso a scuola per via di una rissa. Insieme, i tre finiranno nel mezzo di una delle più violente rapine mai viste (ispirata a un fatto realmente accaduto), che culminerà in uno stallo tra forze dell'ordine e rapinatori disposti a tutto – e totalmente privi di scrupoli nell'uccidere chiunque – pur di cavarsela.
 
Messa giù così, la premessa, per quanto non originale, è succulenta. Gli amanti dei film di rapina e negoziazione potrebbero pensare di trovarsi di fronte a un action teso e violento, ma, per quanto Shackleton non sia tirchio in termini di sangue e conta delle vittime, la tensione non si affaccia mai davvero. Tutto si risolve in una lunga sequela di siparietti già visti, incentrati su personaggi che non vanno mai oltre lo stereotipo. C'è il poliziotto malinconico a un passo dalla pensione. Il poliziotto giovane, innamorato e futuro padre che ha tutto da perdere. Il ragazzo frainteso che deve dimostrare il proprio valore. Nulla di tutto ciò porta a combinazioni originali, nulla si risolve in maniere radicali; tutto resta, come detto, nel mezzo.

 
Cage si muove con il pilota automatico, e solamente in una scena gli viene dato spazio per un monologo dei suoi. Ma, relegata in un frammento così breve, la sua recitazione sopra le righe risulta più che mai fuori posto.
 
Peccato, perché i rapinatori dimostrano una ferocia inusuale e Shackleton avrebbe potuto sfruttarla molto meglio per realizzare un'esperienza ben più viscerale. Il finale iper-consolatorio fuga ogni dubbio sulle intenzioni del regista, comunque: titillare certe fantasie macabre di un pubblico che, per il resto, pretende di essere coccolato e rassicurato. Non il target dei veri film d'azione, ma quello della programmazione televisiva pomeridiana.
 
211 – Rapina in corso è distribuito in Italia da Notorious Pictures.