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10 Cloverfield Lane - La nostra recensione (Senza spoiler)

Il fanta-thriller claustrofobico prodotto da J.J. Abrams ci regala uno dei personaggi femminili più interessanti della stagione

26.04.2016 - Autore: Pierpaolo Festa (Nexta)
E' interessante notare come un buon esempio di cinema made in USA debba legarsi per il rotto della cuffia a un franchise come unica possibilità per essere sdoganato al grande pubblico, questo nonostante non abbia nulla a che vedere con lo stesso marchio che ci presenta nel suo titolo. E' il caso di questo piccolo e a tratti vincente film che si è ritrovato il nome Cloverfield (e un inquadratura finale forzata) in calce nel poster. 
 
Eliminiamo subito ogni dubbio: 10 Cloverfield Lane ha poco a che vedere con il celebre monster movie che ha scatenato l'ondata hollywoodiana di horror in stile found footage a partire dal 2007. Qualche tratto in comune rimane, ad esempio l'aver scelto un regista che sa raccontare una storia: dove Cloverfield ci ha fatto scoprire il talento di Matt Reeves e la sua capacità di cavalcare la tensione anche con potenti soluzioni visive, 10 Cloverfield Lane si affida a Dan Trachtenberg capace di trovare la tensione riducendo i movimenti di macchina e dosando al minimo le sequenze catastrofiche. 

 
La differenza maggiore sta nella formula narrativa: se nel primo film i personaggi spiegavano costantemente in stato di totale confusione quello che avrebbero fatto, qui invece ci si affida alla forza visiva limitando il numero di battute pronunciate. Per la maggior parte di questo fanta-thriller claustrofobico, infatti, i personaggi rimangono in silenzio mentre tentano di sopravvivere. 
 
Al centro dello schermo c'è una donna che tutti - nel corso di novanta minuti di film - vogliono imprigionare: che sia il fidanzato possessivo di cui sentiamo la voce al telefono, il vecchio con eccesso di paranoia che la chiude in un bunker dicendo di essere il suo salvatore  o il curioso incontro che avviene nel terzo atto del film. Tutti la vogliono, lei invece vuole stare da sola in compagnia del solo istinto di sopravvivenza affilato quanto quello di Sarah Connor: una "donna alpha" che si candida a personaggio action della stagione cinematografica, sexy e risoluta. C'è una buona premessa, c'è un buon finale, e non mancano le belle sequenze che uniscono i punti. L'energia del film scatena la tensione catalizzata dalle tre belle prove dei protagonisti, guidati da un John Goodman a cui basta uno sguardo per ricordarci quale grande attore è capace di essere. 
 
Le buone idee non devono avere necessariamente un peso produttivo di centinaia di milioni di dollari, questo film ne è la conferma ed è la solita e ormai "vecchia storia" del vero talento del produttore J. J. Abrams, prestigiatore del cinema mainstream e genio di marketing: uno che continua a prenderci in giro con le formule enigmatiche e scatole vuote, rilanciando in loop la nostra voglia di vedere i suoi film con i pop-corn in mano. 


Abrams confeziona così bene il prodotto che il rischio è quello di incappare in un paradosso una volta lasciata la sala: se da una parte apprezziamo la ricerca di originalità, dall'altra nell'era dei sequel anche noi finiamo per essere dipendenti e chiederci "chissà come sarebbe continuata quella notte a New York raccontata in Cloverfield?". Ricerca di originalità e voglia di sequel, un ossimoro che coesiste nel mondo di Abrams e che può essere un'arma a doppio taglio capace di deludere i fan del primo film che qui troveranno poco di quello che loro hanno amato nel monster movie originale. Missione compiuta J.J. 
 
10 Cloverfield Lane, in uscita il 28 aprile, è distribuito dalla Universal Pictures