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Walter e Giada

Ispirato ai 'Promessi Sposi', arriva sui nostri schermi una nuova idea. Un po' reality, un po' sceneggiato, un po' fiction: in breve, una reality soap.

Walter e Giada

19.05.2009 - Autore: Rossana Cacace
Cosa succederebbe se i ‘Promessi Sposi’ di manzoniana memoria vivessero ai giorni nostri? Tanto per cominciare, secondo Fabrizio Rondolino e Simona Ercolani, gli autori della prima reality-soap della televisione italiana, si chiamerebbero Walter e Giada. Dal 18 luglio, alle 20.30, dal lunedì al venerdì, Raitre propone Walter e Giada i migliori anni della nostra vita,  come la definisce il direttore di rete Paolo Ruffini: "Un'idea nuova, bella, forte" . Il programma (35 puntate) prodotto dalla Endemol, che andrà a sostituire la soap Un posto al Sole, è frutto di una contaminazione tra tre generi diversi: fiction, sceneggiato televisivo (soap) e reality show.

Tre i livelli di narrazione: l’improvvisazione, la presenza del narratore (la voce fuori campo di Nino Castelnuovo), filmati girati in presa diretta. L’ispirazione al romanzo manzoniano non deve poi fuorviare, i 'Promessi Sposi' sono una indicazione narrativa, un punto di partenza. La struttura della storia, infatti, è stata plasmata sulle caratteristiche sia biografiche che psicologiche degli interpreti, così da rendere più realistica la loro recitazione.

Sono stati scelti attori rigorosamente non professionisti, persone comuni. Walter, il Renzo dei nostri giorni, 27 anni, fa il tassista sia nella fiction che nella vita reale. Giada ha 20 anni e nella vita fa l’informatrice scientifica e la ragazza delle pulizie invece in tv. Il Don Rodrigo della situazione si chiama notaio Spada (nella vita fa l’avvocato penalista) e, tramite il cavalier Bonfiglio (Don Abbondio), ostacolerà in ogni modo i due protagonisti.

Inoltre assisteremo al debutto da attore, a 78 anni compiuti, dell'ex ministro Oscar Mammì, qui nei panni di un moderno Innominato, colui che aiuterà Walter e Giada a coronare il sogno d’amore. La storia dei due giovani, poveri in quanto a mezzi economici ma ricchi di entusiasmo e di speranza, ha inizio sulle note di ‘I migliori anni della nostra vita’, successo di Renato Zero. Sulla base di un canovaccio, i protagonisti hanno improvvisato le varie scene, i cui dialoghi non sono stati scritti preventivamente.

Ed ecco che mentre Giada, ancora ignara di ciò che li aspetta ed emozionata per l’imminente matrimonio, recita poesie, c’è Walter che afferma ‘la poesia è un gol di Totti’. Per concludere, una precisazione dovuta: il romanzo manzoniano abbonda di ecclesiastici, che nel 1600 detenevano buona fetta del potere temporale; in ‘Walter e Giada’ è stato fatto un lavoro di laicizzazione più rispondente ai nostri tempi: il Fra Cristoforo della situazione si chiama Nando, è un idraulico in pensione che dispensa perle di saggezza popolare, la Monaca di Monza è un attrice infelice, una donna irrisolta, e l’Innominato non si convertirà per l’intervento della Divina Provvidenza ma solo perchè Giada gli ricorda la figlia Cristina che lo ha abbandonato anni fa, senza dare più notizie di se.

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