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Volare alto

La ABC sfida Mad Men con una serie ambientata negli anni Sessanta il cui Pilot decolla alla perfezione. Non di sole cable vive la TV

Pan Am

07.10.2011 - Autore: Valeria Roscioni
“Loro non sanno di appartenere ad un’altra generazione di donne. Hanno solo sentito l’impulso. L’impulso di prendere il volo”. Così si conclude il pilot di Pan Am mentre la telecamera si sofferma su un tavolo di assistenti di volo in borghese, finalmente apertamente donne, dopo che i quaranta minuti di episodio le hanno costrette ad assumere l’identità di hostess tutte sorrisi e punto vita invidiabile.

Loro sono il volto della Pan Am, la storica compagnia aerea (Pan American World Airways), ma anche di Pan Am, il serial che appartiene ad un’altra generazione di serie quella in cui anche la TV pubblica parte all’inseguimento di quel tipo di eccellenza per lo più appartenente alle cable, ai loro budget.  Pan Am ha l’ambientazione patinata e vintage di Mad Men, la stessa cura per i dettagli, quegli anni Sessanta ricreati alla perfezione, e un volto di punta da non sottovalutare: Christina Ricci.

Niente manca su questa carta d’imbarco. Il timbro è perfetto e la fotografia, non solo quella sul passaporto, sa dosare bene i toni, le luci, facendo vivere un mondo passato senza renderlo reale, come se si trattasse di una rimembranza di giorni lontani, fervida sì, ma pur sempre un ricordo. Ma perché la tendenza ci porta sempre più a rovistare tra le foto delle nonne, tra le loro collane di perle e le guaine contenitive per tenere dentro la pancia?

Cosa scatena la nostalgia per quest'epoca in cui la pubblicità era ancora un campo tutto da esplorare e volare uno status sociale, uno onore? La colonna sonora cinguetta e il tacchi picchiettano sui pavimenti lucidi, gli uomini porgono il braccio e le donne arrossiscono ancora. Poi le trame cancellano il sogno di un mondo dorato, svelano le sbarre della gabbia ma non possono, non riescono, e forse non vogliono, sopprimere quel fascino: l’illusione che il futuro sarebbe stato migliore. Forse accecati dalle turbolenze preferiamo guardare al decollo, piuttosto che rabbrividire al pensiero di un atterraggio che sempre più minaccia di essere solo ed esclusivamente una maldestra manovra di sicurezza.

Intanto le divise carta da zucchero di queste hostess distraggono alla perfezione, propongono intrattenimento che promette di essere di alta, altissima qualità profilando personaggi dalla personalità complessa e storie brillantemente costruite con salti temporali che colgono sempre all’improvviso. Speriamo al più presto di poter volare con loro anche dai nostri televisori. 

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