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U-Carmen

Premiato con l'Orso d'Oro alla Berlinale 2005, è la trasposizione della celebre opera di Bizet nel Sud Africa dei nostri giorni. Dalla Siviglia di fine '800 ai suburbi urbani di Capetown, rivive una delle più affascinanti protagoniste del teatro musicale contemporaneo

U-Carmen

12.04.2007 - Autore: Michela Saputi
Regia di Mark Donford – May,
con Pauline Malefane, Andile Tshoni

U-Carmen eKhayelitsha, premiato con l’Orso d’Oro alla Berlinale 2005, è la trasposizione della celebre opera di Bizet nel Sud Africa dei nostri giorni. Dalla Siviglia di fine ‘800 ai suburbi urbani di Capetown, rivive una delle più affascinanti protagoniste del teatro musicale contemporaneo.

La vibrante ed energica Pauline Malefane, protagonista e coautrice della sceneggiatura, incarna con la sua bellezza giunonica e ricca di contrasti la Carmen seducente e fatale, che gioca con l’amore fino all’annientamento totale, illumina di follia la potenza e la violenza dei sentimenti fino a toccare le corde viscerali  di ossessioni e conflitti umani.

La sfida di Mark Donford - May , regista teatrale al suo esordio cinematografico , è appunto di provare il carattere non europeo ma universale dell’opera, che può adattarsi a una cultura, un mezzo ed un linguaggio diversi, conservando ancora intatto il suo spirito.

L’esperimento parte così dalla messa a punto di un inedito spettacolo musicale, dove le liriche di Bizet, con testi interamente tradotti nel dialetto indigeno Xhosa, si fondono alla vitalità fantastica dei ritmi della tradizione africana.

L’interpretazione è affidata alla compagnia Dimpho Di Kopane, una orchestra di 40 artisti sudafricani fondata ad hoc, in seguito ad oltre 2000 provini effettuati in tutto il Sudafrica urbano e rurale, per innestare  le note arie operistiche su un impianto coreografico che si richiama fortemente alla tradizione africana. Sullo sfondo, il setting della township di Khayelitsha è riproposto con uno stile documentaristico che ricorda il cinema-verità, raccogliendo tra le baracche e le strade polverose, scene di vita quotidiana e suggestioni sulla  rinascita del Sudafrica post-apartheid.

Così Carmen lavora in un tabacchificio che è una manifattura femminile nel centro del ghetto, e durante una pausa incontra Jongikhaya, sergente di polizia devoto e ossessionato dai demoni del suo passato. Insieme intrecciano una storia di amore e morte, che costeggia la malavita  del contrabbando nella Capetown, fino al tragico e noto finale.

A metà tra musical e documentario, U - Carmen è il primo film in cui un’opera lirica viene interamente tradotta in africano e Berlino l’ha premiato con una decisione praticamente unanime.

Aldilà dei giusti intenti e delle scelte e pratiche stilistiche, e della curiosità che ha suscitato l’operazione presso il pubblico internazionale, resta poi da valutare cosa resta nella trasposizione cinematografica e culturale della passione e dell’intensità della vicenda di Carmen.