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Twin Peaks un anno dopo, dieci ragioni per amare il capolavoro di David Lynch

Era il 21 maggio 2017 e David Lynch riscriveva la storia della TV. Ancora una volta... 

21.05.2018 - Autore: Pierpaolo Festa
"Gotta Light?" e cioè "Hai da accendere?". Bastano due parole ripetute come un mantra dal Woodsman, (l'uomo dei boschi che vedete nella foto in alto) per tremare davanti a un nuovo totem di paura del mondo di Twin Peaks. Molti di noi amano spaventarsi davanti a uno schermo, questa volta però è diverso: lo spavento non dura un attimo, ci si ritrova invece a inglobare alcune immagini per il resto dei nostri giorni. A riprocessarle nella mente di tanto in tanto, tra sorrisi, voglia di non provare mai più quelle sensazioni e al tempo stesso il bisogno di ritrovarle. Una vera droga chiamata David Lynch.

E' passato esattamente un anno dal ritorno di Twin Peaks, trecentosessantacinque giorni dopo ci ricordiamo ancora di quel 21 maggio 2017: la notte più lunga dell'anno. L'approccio di Lynch a uno dei revival più attesi della storia della TV era molto semplice, a nessuno di noi è stato concesso di saperne troppo sul nuovo Twin Peaks. Pochissime le foto circolate in rete: una manciata di trailer della durata di pochi secondi composti da immagini puzzle a zero dialoghi e poi, in una notte di maggio, ecco arrivare i primi due episodi. L'inizio di una nuova avventura in cui il regista ci manipola a suo volere, nutrendo le nostre paure e curiosità e facendo deragliare ogni aspettativa. 

Il nuovo Twin Peaks è adesso disponibile in un cofanetto DVD e Blu-ray con Universal Pictures Home Entertainment. Sono bastati tre giorni per portare a compimento il bingewatching dei 18 episodi. Vi spieghiamo in dieci passi perché rivederlo o scoprirlo per la prima volta.


 
1 - NON È UNA SERIE. È UN FILM
Cahiers du cinéma ha votato il nuovo Twin Peaks al primo posto tra "i film del 2017". In un momento in cui le serie TV battono per numero il cinema mainstream, lasciandolo morto sul campo di battaglia, Lynch fa la differenza: porta la settima arte in TV, facendo lo showrunner di sé stesso e non accettando nessun compromesso con i produttori. Si dice che la televisione sia il posto in cui si trovano i grandi dialoghi e che il cinema sia concentrato soprattutto sulla potenza visiva: se cronometrassimo i dialoghi della serie e i momenti visivi in cui sono le immagini a parlare, noteremmo che Twin Peaks dedica lo stesso spazio a entrambi, se non addirittura più alle immagini che ai dialoghi. Ogni legge che riguarda il modo di fare TV non ha più alcun valore, i cliffhanger vengono minimizzati, l'intera serie non è un costante rimando all'episodio successivo. Tutto è immediato, tutto accade davanti ai nostri occhi. Ogni capitolo è in primis indipendente, ma allo stesso tempo è tassello di un'opera d'arte cinematografica. 


2 - ATTORE DELL'ANNO: IL KYLE MACLACHLAN SHOW
Il vecchio Twin Peaks ruotava attorno a Laura Palmer. Il nuovo è tutto di Dale Cooper. Suo e allo stesso tempo anche di Mister C. (alias Bad Coop), del Dougie Jones "originale" e di quello che lo sostituisce arrivato direttamente dalla loggia nera. Chissà se Kyle MacLachlan abbia negoziato con la produzione un accordo finanziario pari a quattro ruoli. Più curioso invece è immaginarsi la faccia dell'attore nel momento in cui ha letto il copione della serie, accorgendosi per primo del trip nel quale Lynch lo avrebbe lanciato: è stato lui il solo a cui il regista ha concesso di leggere l'intero script prima delle riprese. La prova di MacLachlan è immacolata, coraggiosa. "Variopinta" sarebbe un eufemismo: è una vera gioia cinematografica affidarci alla performance dell'attore per esplorare ogni nuovo angolo della serie.   


 
3 - RITROVARE VECCHI PERSONAGGI E RISCOPRIRLI
Ci mette pochissimo  Lynch a far capire ai nostalgici della serie degli anni Novanta che questo suo nuovo lavoro non è fatto per "accontentare" chi sta a guardare. Gli amanti di "caffè nero e ciambelle" vengono dimessi in pochi secondi. Tutti i legami al "Twin Peaks che fu" sono solo momenti di passaggio, perfino l'inquadratura sul celebre cartello della cittadina viene proposta dalla prospettiva di un'automobile in corsa: dura appena tre secondi. Al regista non interessa strizzare l'occhio ai fan, lui li tradisce subito invece, e li riconquista immediatamente con una nuova storia che per un caso ha gli stessi personaggi della serie vecchia. È come se li riscoprissimo tutti per la prima volta.


 
4 - IL CAPITOLO 8: GOTTA LIGHT?
Agghiacciante, terrificante, diabolico. Un capolavoro di angoscia, questo è l'ottavo capitolo della serie, un episodio tanto spirituale quanto terreno che racconta la genesi di BOB e il tentativo delle forze del bene di rispondere all'arrivo del male nel mondo. Girato per metà al buio e per l'altra metà in bianco e nero Gotta Light è un pezzo di storia della TV contemporanea. Per una decina di minuti il regista ci porta dentro una nube atomica trasformando la sua videoarte in un attacco di panico mainstream. Possiamo tranquillamente dividere il mondo in due: i pochi fortunati che hanno visto l'ottavo episodio di Twin Peaks e quelli che non lo hanno ancora fatto.

Leggi la recensione di Gotta Light


5 - IL FINALE CHE ACCONTENTA I FAN
"Fan-Service", il finale che accontenta i fan si fa aspettare per sedici ore. Cooper torna alzando il pollice e dichiarando: "sono io l'FBI". D'un tratto il celebre tema musicale composto da Angelo Badalamenti irrompe in scena, facendo venire la pelle d'oca chiunque stia a guardare. È un momento eccezionale, quello in cui assistiamo al ritorno di Coop a Twin Peaks e al suo faccia a faccia con BOB. Il momento che tutti i fan aspettavano: il superamento delle loro paure che ci viene offerto su un vassoio d'argento. Dura pochissimo, siamo pur sempre in un film di David Lynch e sappiamo già che qui la lotta tra il bene e il male è destinata a durare in eterno senza un vincitore. Oppure chissà, forse ci ritroveremo tutti a Twin Peaks tra altri venticinque anni per vedere come è finita veramente.


 
6 - CAPITOLO 18: IL FINALE VERO, QUELLO DI DAVID LYNCH
"Fuck you". Lynch non lo pronuncia concretamente ma è come se lo sentissimo forte e chiaro attraverso le immagini del gran finale della serie. Non si tratta di un'offesa rivolta ai fan, ma del promemoria che siamo ospiti di una visione la cui logica ci scombussolerà. Quei dieci minuti in cui Laura e Coop attraversano di notte le strade perdute, scambiandosi poche parole in macchina, compongono uno dei segmenti più memorabili ed "epici" mai visti in televisione. Restiamo inchiodati davanti a quell'immagine. I personaggi tornano a casa ma niente è più lo stesso. Ci rendiamo conto troppo tardi di essere nel regno di Judy. Lo capiamo nel momento in cui vediamo l'urlo di Laura Palmer e ci ritroviamo avvolti dal buio. Accade tutto in fretta. Rimane nella mente per sempre



7 - I NUMERI MUSICALI
Quasi tutti gli episodi della serie si concludono con una performance musicale presentata in versione integrale (tanto per violare un'altra legge dei tempi televisivi): è così che sul palcoscenico del Roadhouse veniamo incantati dai Chromatics, spaventati dai Nine Inch Nails, commossi da Rebekah Del Rio e scossi da Eddie Vedder. Sono solo alcuni dei musicisti in scena e ciascuna delle loro performance ci offre un momento per lasciare andare le emozioni o dar loro lo sfogo finale. Oppure, come nel caso dei NIN nel capitolo 8, si tratta semplicemente di un invito al mondo oscuro di Twin Peaks. Un avvertimento, quasi dicessero allo spettatore: "allacciate le cinture, perché fa buio". 


8 - I MOMENTI FOLLI DELLO SHOW
Sarah Palmer risponde al fuoco col fuoco quando un uomo cerca di molestarla in un bar. Audrey Horne torna sugli stessi passi di danza di venticinque anni fa, Michael Cera (il ragazzo di Juno) è Wally Brando, figlio di Andy e Lucy Brennan che si veste come Marlon Brando ne Il selvaggio. Twin Peaks non deve necessariamente spaventare, può anche far ridere il più delle volte: come quando Albert Rosenfield travolto da un acquazzone maledice Gene Kelly e Cantando sotto la pioggia. Che dire invece del "sogno con Monica Bellucci" attraverso il quale il capo dell'FBI interpretato da David Lynch risolve alcuni misteri? Questi momenti sono il cuore dello show e rinforzano la teoria che ci troviamo davanti a un film: c'è perfino il tizio che scopa il pavimento del Roadhouse in una scena statica di quattro lunghissimi minuti. Una scena in cui non succede nulla ma necessaria per ricordarci che la prima cosa da fare per cercare di capire David Lynch è accettare di non poterlo capire

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9 - L'UNIVERSO TWIN PEAKS: FUOCO CAMMINA CON ME E I LIBRI DI MARK FROST
L'universo di Twin Peaks - quello composto dalla serie TV vecchia, da quella nuova, dal film Fuoco cammina con me, dal diario segreto di Laura Palmer e dai libri di Mark Frost - torna a vibrare nella sua totalità. Vale la pena esplorarlo anche al di là della serie: vedere il prequel che Lynch realizzato nel 1992 è una parte necessaria per godersi la terza stagione. Se c'è un forte bisogno di risposte e certezze al di là di quanto mostrato in TV, il consiglio è quello di leggere Twin Peaks: The Final Report, firmato da Mark Frost, co-creatore della serie: un libro che racconta i destini di tutti i personaggi dello show con uno sguardo a ciò che succede anche dopo la terza stagione. Un vero guilty pleasure, un contentino che non ha niente a che vedere con l'opera di Lynch. 

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10 - ENTRA DIANE
Il taglio di capelli, la chioma bionda, quella rossa del gran finale, i costumi di scena indossati, lo sguardo pieno di collera nei confronti del mondo, la sua tenerezza nascosta e le sue paure. Laura Dern nei panni di Diane è la new entry principale della serie. L'attrice è ancora musa di David Lynch (con cui aveva già lavorato in Velluto blu, Cuore selvaggio e Inland Empire) e se c'è una salvezza nell'universo di Twin Peaks, allora quella è Diane. È sempre meglio avventurarsi all'interno delle varie dimensioni con lei al fianco. Perfino il suo doppio forgiato dal male è in grado di cedere a ripensamenti di coscienza. Lei è il personaggio che ruba la scena agli altri protagonisti. Irresistibile in tutta la sinfonia di "fuck you" pronunciati nel corso di diciotto ore. Un'icona.



Twin Peaks è attualmente disponibile in DVD e Blu-ray con Universal Pictures Home Entertainment.  Entrambe le edizioni includono Impressioni, un viaggio dietro le quinte con una serie di dieci film da trenta minuti circa, ognuno diretti dal documentarista e amico di Lynch, Jason S. Ciascuno di questi dieci film racconta i successi e le difficoltà del cineasta e dell'artista al lavoro.