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Ti amo in tutte le lingue del mondo

Dopo il ritorno al grande successo di botteghino di "Il paradiso all'improvviso", primo incasso della stagione cinematografica due anni fa, Pieraccioni ha deciso di tornare nell'amata Toscana e di circondarsi di nuovo dei suoi 'amici'

Ti amo in tutte le lingue del mondo

12.04.2007 - Autore: Adriano Ercolani
L’insegnate di ginnastica Gilberto (Leonardo Pieraccioni) ha ormai raggiunto la soglia dei quarant’anni, ed ha più o meno faticosamente risolto tutti i suoi problemi, compreso il recente divorzio con la moglie fedigrafa. L’unico ostacolo alla sua tranquillità è una sua studentessa, Paolina (Giulia Elettra Gorietti), che è pazzamente innamorata di lui e lo tampina con la sua insistenza. Gilberto ovviamente non ne vuole sapere, e si muove incerto e goffo ala ricerca di una nuova anima gemella, finché non incontra la bella ed altrettanto problematica Margherita (Marjo Berasategui). L’amore tra i due scoppia come un fulmine, creando non pochi malintesi e venendo ostacolato da tutta una serie di sorprese; ad essere coinvolti nell’intricata vicenda anche Cateno (Giorgio Panariello), l’ottuso fratello del professore, e soprattutto un misterioso monaco di nome fratello Massimo (Massimo Ceccherini)…

Dopo il ritorno al grande successo di botteghino di “Il paradiso all’improvviso” (id., 2003), primo incasso della stagione cinematografica due anni fa, Leonardo Pieraccioni ha deciso di tornare nell’amata Toscana e di circondarsi di nuovo degli “amici” con cui ha ottenuto i maggiori successi: Massimo Ceccherini, Barbara Enrichi, Rocco Papaleo, e la “new entry” Giorgio Panariello.

Questo nuovo “Ti amo in tutte le lingue del mondo” segna però, almeno a livello artistico, una decisa battuta d’arresto nel processo di maturazione del comico/regista. Co-sceneggiato come sempre con il fido Giovanni Veronesi, il film si mostra immediatamente come una stanca riproposizione delle solite tematiche sciorinate da Pieraccioni in tutti i suoi precedenti lavori: quando invece la storia tenta di affrontare tematiche vagamente più “adulte”, come ad esempio l’istituzione della famiglia o il desiderio di paternità, ecco che tali aspetti vengono tratteggiati con tale retorica da lasciare piuttosto interdetti. Non resta quindi che godersi la simpatia ed alcune battute divertenti degli attori in scena; per il resto, il film si regge su uno script che, come al solito nel cinema di Pieraccioni, a forza di voler essere sempre più “gentile” ed educato, questa volta scivola verso la superficialità e l’inadeguatezza.

Ennesimo lungometraggio natalizio che porterà nelle casse dei distributori una grossa quantità di denaro, “Ti amo in tutte le lingue del mondo” rappresenta però una mezza delusione: quando ci aspettiamo che Pieraccioni (come molti, troppi comici di successo come lui) faccia finalmente quel minimo salto di qualità per arrivare a realizzare un cinema più profondo ed interessante, ecco che ci propina il solito, insipido spettacolino per famiglie,innocuo e leggero come un soffio di vento. Certo, qualche risata ci scappa nell’ora e quaranta della durata del film, ma non basta di certo a farci uscire soddisfatti dalla proiezione…