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The Walking Dead: la classifica delle sette stagioni, dalla peggiore alla migliore

Tiriamo le somme di sette anni di morti viventi in TV analizzando una per una le stagioni di The Walking Dead. Quale sarà la migliore? E quale la peggiore?

The Walking Dead

10.04.2017 - Autore: Marco Triolo (Nexta)
Vedere The Walking Dead per i fan è ormai diventata una specie di crociata. Soli contro tutti, contro un mondo che ha fatto della serie tratta dal fumetto di Robert Kirkman e Charlie Adlard una specie di bersaglio prediletto, un punchingball da continuare a tartassare. E d'altro canto la serie, a volte, ha reso le cose facili ai suoi detrattori. Perché se è vero che TWD ha delle punte molto alte e in generale si prende cura dei propri personaggi con amore e dedizione, è innegabile che abbia anche delle cadute di tono, un ritmo diseguale e una cronica incapacità di gestire la struttura delle stagioni. Per questo, molto spesso, una stagione di TWD contiene metà episodi notevoli e metà puri riempitivi.
 
Ora che la settima stagione si è conclusa, possiamo tirare le somme delle stagioni finora, classificandole dalla peggiore alla migliore. Seguiteci...

 
Stagione 4
È la stagione peggiore, quella in cui l'unico momento di azione (il ritorno del Governatore) è una trista ripetizione di quanto già visto nella terza. La seconda parte della stagione è ancora peggio: una sfilza di puntate senza direzione in cui il gruppo, diviso dopo aver lasciato la prigione, arranca in mezzo al nulla verso Terminus. L'unica puntata davvero bella è quella in cui Carol ammazza la bambina impazzita (“The Grove”, 4x14). Tutto il resto è noia.

 
Stagione 1
La stagione breve che diede inizio a tutto è più una promessa che un desiderio esaudito, dove il desiderio era “zombie ogni settimana”. Frank Darabont, all'epoca ancora coinvolto nella realizzazione, dimostrò una certa difficoltà nel gestire un progetto seriale. Risultato: una serie di cambiamenti rispetto al fumetto che ne smorzavano la forza invece di adattarla alla televisione. Grazie a Frank, comunque, per Daryl Dixon.

 
Stagione 5
La stagione che finalmente recupera una struttura sensata, con la seconda metà meglio della prima. Inizia con la battaglia di Terminus – piuttosto deludente – e prosegue con l'inutilissimo arco dell'ospedale che vede la morte di Beth nel finale di metà stagione. Ma poi il gruppo arriva ad Alexandria e le cose si fanno interessanti, soprattutto perché Rick in preda alla PTSD è uno spettacolo.

 
Stagione 7
La più recente stagione è partita alla grande con un episodio di rara intensità in cui Glenn e Abraham hanno incontrato l'estremità “spinosa” di Lucille. Poi una prima metà di stagione piuttosto intrigante in cui abbiamo visto un Rick inedito, piegato dal bullo Negan, mentre lo showrunner Scott M. Gimple piazzava tutte le pedine sulla scacchiera in vista della guerra con i Salvatori. Guerra che però non è mai arrivata: nella seconda parte della stagione, altre pedine piazzate. E cervi in pessima CGI. I pochi grandi momenti e una qualità discreta dei singoli episodi, comunque, la salvano.

 
Stagione 3
Forse la stagione più celebre della serie, quella ambientata nel carcere di massima sicurezza. Sicuramente una delle parti più belle del fumetto, qui però resa in maniera frettolosa. Il Governatore di David Morrissey è senz'altro un colpo di genio, per come prende il brutale despota del fumetto e gli conferisce un'aura da bravo ragazzo ancora più spaventosa. Ma la stagione intera fu concepita per rispondere alle lamentele di chi non aveva apprezzato la lentezza della precedente. Al contrario, qui il ritmo è anche troppo forsennato, c'è un bisogno di bruciare trame e sottotrame quasi bulimico. E quando dovrebbe impennare, la stagione tira il freno a mano. Resta comunque divertente anche se diseguale. E poi segna l'arrivo di Michonne.

 
Stagione 2
"This isn't a democracy anymore!". Odiata da alcuni per la sua lentezza, la Stagione 2 è invece eccellente proprio per come porta a ebollizione tutti gli ingredienti con grande pazienza ma senso del ritmo. Tutta la prima parte con la ricerca di Sophia è inquietante, il colpo di scena sulla sorte della ragazzina è rimasto negli annali. E la parte alla fattoria di Hershel è quanto di più vicino a un film di Romero vedremo mai nella serie. Con in più l'acutizzarsi e l'esplodere del triangolo tra Rick, Lori e Shane, fino a una doppia morte finale memorabile. Quando ancora la serie aveva temi semplici esposti con grande chiarezza.

 
Stagione 6
Ritmo perfettamente dosato e calibrato, una seconda parte di stagione migliore della prima, archi narrativi ambiziosi e una gestione del tempo della storia da applausi. Quando si dice che l'attesa è la parte migliore: veder apparire lentamente la minaccia di Negan, senza vedere Negan di persona, è stato molto più soddisfacente dello scontro vero e proprio. E poi qui ci sono due delle scene migliori della serie in assoluto: quella in cui Rick, impazzito dopo aver quasi perso il figlio Carl nel finale di metà stagione, fa una strage di morti viventi da solo. E quella in cui il gruppo penetra in uno degli avamposti di Negan e fa un'altra strage, ma di vivi. Materiale da pelle d'oca per la stagione migliore di The Walking Dead.