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The Newsroom: Aaron Sorkin colpisce ancora

La recensione in anteprima della nuova attesissima serie scritta dal premio Oscar Aaron Sorkin.

The Newsroom

10.07.2012 - Autore: Adriano Ercolani, corrispondente da New York
Il trailer di The Newsroom

Prima di essere un pilot di enorme qualità artistica, il primo episodio della nuova serie TV ideata da Aaron Sorkin è un vero e proprio momento di storia dello spettacolo, poiché lancia un ponte che percorre il tempo all’indietro di quasi quarant’anni e raggiunge finalmente (e ufficialmente) la figura di Paddy Chayefsky, uno dei più grandi e controversi scrittori di cinema e televisione della storia americana. A lui Sorkin aveva già reso un piccolo grande omaggio nella puntata pilota di Studio 60 on the Sunset Strip. In quell’occasione il produttore dello show comico - il grande Judd Hirsch - interrompeva la diretta del suo programma perché stanco della spazzatura mediatica e delle regole brutali dello showbusiness in cui lavorava. In quell’episodio più di un personaggio chiamava in causa esplicitamente proprio Paddy Chayefsky e il personaggio più famoso uscito dalla sua penna: il giornalista Howard Beale di Quinto potere, che in preda a una crisi esistenziale di catapultava contro il sistema diventando una specie di messia mediatico.

Proprio da questo identico spunto parte The Newsroom, ovviamente riadattato alle modalità di scrittura della televisione contemporanea. E stiamo solo parlando del bellissimo prologo. Nel pilot c’è molto, molto di più.

Protagonista assoluto della nuova serie di Sorkin è Will McAvoy, anchorman che, stanco e oppresso dal modo in cui l’informazione in America è stritolata dal potere economico e politico, decide di cominciare a giocare a carte scoperte e raccontare al suo pubblico la verità, o almeno la sua idea di verità. A dargli volto appassionato e corpo elegante un Jeff Daniels mai così efficace.

Abbandonato dai suoi collaboratori, costretto a fare di necessità virtù con una nuova troupe composta da nuovi inesperti e vecchie fiamme, McAvoy diventa improvvisamente l’uomo sbagliato al momento giusto, quando la storia gli mette a disposizione un avvenimento di portata gigantesca…

Dopo Sports Night e il già citato Studio 60 On the Sunset Strip, Aaron Sorkin torna a riflettere sul potere e sull’etica dell’informazione. Oltre alla sua straordinaria capacità di saper costruire tensione attraverso dei dialoghi di finezza sopraffina, The Newsroom sembra avere anche altre frecce al proprio arco, prima tra tutte la messa in scena vorticosa e splendidamente montata da Greg Mottola, regista che negli ultimi anni per il cinema ha sfornato prodotti più che interessanti e che in TV aveva diretto alcuni episodi della sere cult Arrested Develoment. La sua mano è precisa e sicura, le immagini sono elegantissime, il ritmo è a tratti esplosivo. Altro pregio di Mottola è quello di dimostrarsi anche sensibile direttore di attori. Già, perché accanto al febbrile protagonista si muovono perfetti anche un gruppo di interpreti più giovani come Emily Mortimer, Alison Pill, Dev Patel e Olivia Munn, coadiuvati da un “grande vecchio” come Sam Waterston. Tutti bravissimi, appassionati, taglienti.

Mai giudicare una serie TV dal solo pilota. Forse è meglio aspettare qualche altra puntata per dare un giudizio complessivo su The Newsroom, perché le aspettative per il futuro dopo aver visto questo primo episodio sono esorbitanti, quasi troppo grandi da soddisfare. Aaron Sorkin è tornato in televisione per raccontare la sua idea di televisione (e, come sempre, attraverso essa la sua visione dell’America). Noi siamo pronti ad ascoltarlo fino all’ultima parola!