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The Defenders: la recensione della nuova serie Marvel su Netflix

Daredevil, Jessica Jones, Luke Cage e Iron Fist si riuniscono per salvare New York dalla catastrofe nell'attesa serie crossover

The Defenders

17.08.2017 - Autore: Marco Triolo (Nexta)
Marvel e Netflix ce lo avevano promesso, eppure sembra ugualmente strano trovarsi di fronte al primo crossover televisivo del MCU, l'universo cinematografico imbastito dalla Marvel sin dai tempi del primo Iron Man. Daredevil, Jessica Jones, Luke Cage e Iron Fist si riuniscono per il culmine delle sottotrame partite con la prima (ma sopratutto la seconda) stagione di Daredevil, quelle relative alla Mano. La società segreta di ninja che trama per la distruzione di New York (un piano un po' troppo simile a quello della Setta delle Ombre di Batman Begins) scende finalmente in campo per davvero, guidata da un'insospettabile donna d'affari (Sigourney Weaver). E i supereroi della Grande Mela sono costretti a un'alleanza controvoglia.

 
Dopo il malriuscito Iron Fist, il record positivo delle serie Marvel/Netflix si era intaccato e le aspettative abbassate. Le prime quattro puntate di The Defenders, da noi viste in anteprima, faranno però tirare un sospiro di sollievo ai fan: la serie, scritta dagli autori di Daredevil Doug Petrie e Marco Ramirez, è di buon livello. Gli ingredienti sono ben amalgamati, le personalità dei quattro eroi emergono nel modo giusto e persino Danny Rand/Iron Fist funziona un po' meglio in combutta con gli altri. Non c'è niente di nuovo sotto il sole, sia chiaro. C'è un supercattivo che organizza cataclismi contro una città e un gruppo di eroi riluttanti come ultimo baluardo del bene. Ci sono tutte le tappe del classico viaggio dell'eroe, con la chiamata all'avventura e il rifiuto di ciascuno dei quattro, seguito dall'accettazione e dall'alleanza. 

 
Ritornano molti volti noti, ovviamente al di là dei quattro protagonisti (Charlie Cox, Krysten Ritter, Mike Colter e Finn Jones): ci sono la Elektra di Elodie Yung, gli ex soci di Matt Murdock (Elden Henson e Deborah Ann Woll), il suo mentore Stick (Scott Glenn), Misty Knight (Simone Missick) da Luke Cage e Trish Walker (Rachael Taylor) da Jessica Jones. E poi l'immancabile Claire Temple (Rosario Dawson), trait d'union delle serie Netflix. L'alchimia tra gli eroi funziona bene e le scene d'azione ben coreografate non mancano. Molto interessante anche il cattivo di turno, la Alexandra di Sigourney Weaver che, sulle prime, sembra la classica figura di potere coinvolta nei piani di una società segreta in cambio di una cura per la sua malattia (come in The Strain), ma poi invece stupisce.

 
A convincere di meno, tuttavia, è la scelta di far convergere completamente i supereroi solo al termine del terzo episodio, e di usare l'intero quarto episodio come pausa di riflessione per scavare nelle motivazioni dei singoli e portarli all'alleanza vera e propria. Su otto puntate, quattro sono un po' troppe per mettere in moto gli eventi. C'è da sperare che le seguenti quattro puntate siano un'escalation di azione senza un attimo di respiro. E c'è anche da sperare che gli autori la smettano di credere così poco negli elementi più fantastici, incarnati dal povero Iron Fist. Già nella sua serie solista era stato molto sacrificato, qui diventa il bersaglio di una sequela infinita di battutine in cui si mette alla berlina il suo essere “l'immortale Iron Fist”. Dopo un po', non fa più ridere.

 
Come detto, la trama non è molto originale ma era inevitabile: questa serie è un esperimento esattamente come lo fu il primo Avengers, che funzionava per la scrittura dei personaggi e le loro interazioni nei momenti clou, più che per la storia in sé. Non è importante ciò che si racconta, quanto come lo si racconta. E finora The Defenders lo racconta abbastanza bene. Il resto lo scopriremo solamente alla “messa in onda” ufficiale.