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The day after tomorrow

Una nuova glaciazione minaccia la terra, una catastrofe annunciata dalla scienza a cui la politica non sa - o non vuole - rispondere. La calotta polare si scioglie all'improvviso, le correnti degli oceani si raffreddano e sulla terra si scatena l'inferno.

The day after tomorrow

12.04.2007 - Autore: Elena Dal Forno
regia di Roland Emmerich, con Dennis Quaid, Jake Gyllenhall, Emy Rossum   Lo sconvolgente scenario tratteggiato dal regista Roland Emmerich un talento speciale per gli effetti speciali e le inquietudini da apocalisse (si vedano già Independance Day, Godzilla) vedrà la luce - non a caso - in contemporanea mondiale il 28 maggio. I cambiamenti ambientali derivati dal malcomportamento umano e dall'abuso delle risorse del pianeta non è infatti solo un problema americano, ma una spina nel fianco cui tutti ora sono chiamati ad interrogarsi prima che sia troppo tardi. Prima che un lungo e gelido inverno perenne ci sotterri per sempre. Altro che estate che non arriva!   Facciamo subito piazza pulita e dividiamo il messaggio "politico" dal film in sè stesso. A George Bush ormai le orecchie non fischiano nemmeno più. Dopo la vittoria di "Fahrenheit 9/11" a Cannes dove lo si accusa di connivenze con Al Quaeda, anche Emmerich gira il coltello nella piaga dipingendo un presidente menefreghista, disinteressato agli accordi di Kyoto e alle pressioni ambientaliste in generale, che preme l'acceleratore del progresso come se disponesse a piacimento di ogni centimetro del pianeta. Un'accusa grave a questa amministrazione americana, cieca e meschina, che non reagisce se non quando è già troppo tardi. L'input di Emmerich è piuttosto chiaro, parlano più le immagini della politica, la scienza con i suoi "modelli di previsione" non puo' e non potrà mai arrivare alla gente in modo cosi' diretto come la realtà stessa. È ora di pensarci e di fare qualcosa se non vogliamo che accada tutto questo. È vero che i cambiamenti climatici sono molto lenti ma qualcosa è già successo, e potrebbe ripetersi. Il messaggio arriva, nessun dubbio. Ma poi noi ce ne usciamo dal cinema, prendiamo le nostre auto e chi s'è visto s'è visto. Tutto come prima?   Quanto al film ognuno ci potrà trovare la propria dimensione che va dal dramma familiare a quello mondiale. Ma nessuno potrà dimenticare gli effetti speciali, davvero grandiosi e spettacolari oltre ogni immaginazione. Valgono da soli il prezzo del biglietto. Sono circa 400 e la lavorazione è durata oltre un anno: ci sono tonnellate di acqua che seppelliscono New York, tifoni che devastano Los Angeles e via cosi' in tutto il mondo. Auto che si rovesciano, palazzi che si sradicano, e neve e ghiaccio che cadono in continuazione. Bellissimi i colori. Tutto virato attorno a dei blu/bianchi/grigi che raggelano sguardi e visioni. E poi c'è una storia semplice semplice, proprio come l'americano medio. Un padre va alla ricerca del proprio figlio, un matrimonio in crisi che ritrova tutta la forza per resistere quando capisce che siamo alla fine, un amore giovane che deve lottare per la sopravvivenza. Da segnarsi invece sul taccuino due-tre classiche "cadute di stile" che in un vero successo da blockbuster non mancano mai. Come ad esempio l'attraversamento a piedi degli Stati Uniti (ma si puo'?) da parte di Dennis Quaid (il climatologo Jack Hall) per ritrovare il figlio Jack Gyllenhall (Sam Hall) forse ancora vivo a New York una New York massacrata ancora una volta come se non fosse bastata la realtà dell'11 settembre. Come l'emigrazione al contrario in Messico da parte di cittadini americani che varcano il confine come illegali (quale onta da non subire mai!), come bruciare i libri della biblioteca per scaldarsi (emblematico il fatto... non si potevano bruciare i mobili?) e altre perle sparse qui e là sia sotto il profilo politico che sotto quello cinematografico. Emmerich peraltro lascia poco vero spazio alle emozioni, il film rimane "freddo" in tutti i sensi e in alcuni tratti fin troppo lento. Ma due ore congelati sulle poltroncine davanti ad un grande schermo perchè questo è un film che va visto esclusivamente al cinema e peste lo colga chi lo scarica da internet! valgono assolutamente la pena di essere spese. Detto fra noi, in giro c'è molto di peggio.