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Sul Set insieme ad Alberto Rossi

Intervistiamo Alberto Rossi: la voce è affabile, l'atteggiamento disponibile. Gli diamo del "tu". D'altra parte è così poco 'divo' e poi....Michele Saviani è uno di noi.

Un posto al sole

19.05.2009 - Autore: Francesca Camerino
Alberto Rossi alias Michele Saviani vive a Napoli dove si trova il Set di Un posto al sole. Ha frequentato lAccademia ma prima di diplomarsi è stato scelto nel cast de I ragazzi del muretto, serie tv trasmessa su Raidue nel 1993 diretta da Ruggero Deodato. Single, adora mangiare ma non al ristorante in autogrill. Ha la passione per il pollo fritto. La voce è affabile, latteggiamento disponibile. Gli diamo del tu. Daltra parte è così poco divo e poi....Michele Saviani è uno di noi.   Vuoi raccontarmi una giornata tipo sul set. Registrate più puntate al giorno?   A.R.: \"Il nostro set è operativo dieci ore al giorno con una di pausa. La troupe esterna lavora sulle otto ore e mezza . In una giornata registriamo in interni il timing di una puntata. Questo non vuol dire che registriamo tutte le scene di una puntata. Lavoriamo per ambienti ma il minutaggio al giorno è quello della durata di una puntata: 18-19 scene della media di un minuto, un minuto e trenta, e alla fine la somma di queste scene arriva a 22-23 minuti che è la durata di una puntata. Nellarco di due settimane vengono montate cinque puntate; il regista prima fa le scene in esterni e poi in interni. In due settimane lavoriamo su dieci copioni.\"   Ti spaventa o ti spaventava la serialità del genere soap?   A.R.: \"Di quella sindrome ho sofferto il primo anno: durava circa 5 minuti ogni volta che iniziavo a registrare, ma poi è passata. Perché comunque si tratta di lavoro, bisogna farlo seriamente. La cosa positiva è che riesco a divertirmi sempre e trovare degli stimoli ogni giorno. Io recito in Un posto al sole dallinizio della serie: sono uno dei dieci storici: proprio ieri abbiamo fatto un servizio fotografico per questa famosa millesima puntata che andrà in onda il 23 marzo. A proposito, ci stanno torturando con i servizi fotografici (n.d.r.: in occasione dellevento è in preparazione una serata presentata da Pippo Baudo).\"   Inizialmente gli attori delle soap opera sono poco noti al grande pubblico, poi la acquistano nel tempo. Tu pensi di averla acquisita?   A.R.: \"Non credo ci sia grande differenza rispetto a tre anni fa. La nostra è una popolarità da personaggi: dipende dallattore riuscire ad imprimere certe caratteristiche e dare una determinata connotazione al personaggio: quando la gente mi incontra per strada per alcuni sono ancora il ragazzo del muretto, per altri Michele e solo per il 10% delle persone sono Alberto Rossi. La tv è anche questo.\"     Le fiction e le soap sostengono la televisione italiana?   A.R.: \"In linea di massima sì ma cè il rischio di saturazione. Infatti ci sono stati alcuni flop come la fiction \"Giornalisti\", prodotta da Mediatrade per Canale 5 e proposta l anno passato. Mi dispiace per Donatella Maiorca che ci ha lavorato, tra laltro una tra i registi più stimati (ha diretto il film Viol@). Ci sono fattori imponderabili: scelta della collocazione, gusto della gente che non sempre viene perfettamente incontrato, scelta del cast non sempre felice ma non per motivi artistici: non sempre si riesce a creare la miscela perfetta.\"   Impieghi molto a digerire il copione?   A.R.: \"Quattro anni fa impiegavo le nottate per imparare due scene. Ora vengo unora prima e basta leggere il copione due volte (anche per undici scene che devo, ad esempio, girare domani); lo conosco perfettamente perché da noi è tutto un lavoro di memoria: non cè nulla di improvvisato che poi in realtà non lo è. E solo un cambiato che viene concordato con il regista. Lavoriamo col sistema multicam, tre camere che registrano continuamente sulle quali vengono dati degli stacchi su battuta. Il tempo per registrare una scena è in media di tre minuti a scena, tra prove e realizzazione: il tempo è poco. Io ho fortunatamente un ottima memoria, sono molto attento alle questioni tecniche, sono interessato a tutta la realizzazione del prodotto e ho una tale libertà di espressione sulla scena anche a livello artistico che mi consente di notare anche i piccoli particolari. Tutto questo mi da un grande aiuto.\"   Un posto al sole regge il confronto con le soap straniere?   A.R.: \"Noi non andiamo in onda contemporaneamente a nessuna soap, ne facciamo concorrenza alle altre Reti: ognuno ha la sua storia. Ad esempio, non dobbiamo competere con Vivere di Canale5 che questi ultimi tempi ,purtroppo, ha avuto un cambio di collocazione che ha determinato scontento tra i miei colleghi. Ma sono esigenze aziendali: si è fatto per spingere lultima nata tra le soap: Centovetrine.\"   Tu, in \"Un posto al sole\", interpreti proprio un giornalista: pensi che la categoria ne esca fuori bene?   A.R.: \"Professionalmente parlando, sì. Daltra parte tutte le inchieste che segue Michele sono dei veri e propri casi : al di là delle questioni professionali cè sempre un giallo. Quando si fanno inchieste pesanti cè sempre un atteggiamento indagatorio; il fatto professionale gli va più o meno bene anche se passa e supera vari problemi, gravi, imbarazzanti, pericolosi.\"   Qual è il segreto perché una soap funzioni?   A.R.: \"Ti posso parlare del nostro segreto. Posso dire che la nostra è una continua lotta: pensa solo che ci sono alcune parti dItalia che non riescono ancora a vederla. Combattiamo anche per questo. Un motivo può essere il fatto che siamo risultati personaggi epidermici, riconoscibili. Lo dimostra il fatto che nonostante siamo in concomitanza col Tg2 e Striscia la notizia il nostro pubblico è lì a seguire Raitre, qualsiasi cosa ci sia dallaltra parte. E buffo quando le persone ti incontrano: rimangono per un attimo a guardarti, pensando tra loro: lo conosco o non lo conosco? E allora ti fanno un cenno di saluto non troppo convinto. Poi allimprovviso la mente sillumina, magari proprio quando sei ormai di spalle: non è immediato ma divertente.\"        
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