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Stasera in TV: Paura e delirio a Las Vegas, il trip allucinante di Johnny Depp e Terry Gilliam

Uno dei cult dell'ex Monty Python, tratto dal romanzo di Hunter S. Thompson. Un viaggio tra realtà e illusione nel cuore marcio del sogno americano

Paura e delirio a Las Vegas

09.02.2016 - Autore: Marco Triolo (Nexta)
L'apologia delle droghe e una scheggia impazzita del gonzo journalism di Hunter S. Thompson questa sera in TV. No, non è uno speciale di Sottovoce in cui Marzullo si cala LSD e parla dei suoi film preferiti a ruota, né una puntata del Dopofestival di Sanremo sfuggita al controllo: stiamo parlando di Paura e delirio a Las Vegas, cult di Terry Gilliam in onda su Italia 1 a mezzanotte e venti.
 
Il film. Tratto dal romanzo di Hunter S. Thompson “Paura e disgusto a Las Vegas”, il film è ambientato negli anni '70 e vede Johnny Depp nei panni di Raoul Duke, giornalista che viene incaricato di scrivere un articolo su una gara motociclistica nel deserto di Las Vegas. Insieme al Dr. Gonzo, un avvocato samoano suo grande amico (interpretato da Benicio Del Toro), coglie l'occasione per trasformare il viaggio di lavoro in una settimana di eccessi e consumo sfrenato di sostanze psicotrope. Un viaggio tra realtà e illusione nel cuore marcio del sogno americano.

 
Dietro le quinte. Il film è uno dei capolavori di Terry Gilliam, ex Monty Python e regista sfortunato per la quantità di insuccessi delle sue pellicole. Paura e delirio a Las Vegas non fu da meno, incassando appena 10 milioni di dollari su un budget di 18. Ma dalla sua uscita, nel 1998, è diventato un vero cult. Alla fotografia troviamo l'italiano Nicola Pecorini, che vinse il lavoro mandando a Gilliam un provino in cui rivelava di essere cieco da un occhio (storia vera). Il risultato è forse la più vivida ed esatta rappresentazione dell'effetto che gli allucinogeni provocano al cervello umano. Un aneddoto divertente: Bill Murray, che aveva interpretato Thompson in Where the Buffalo Roam, telefonò a Depp durante le riprese. “Occhio, perché potresti ritrovarti tra dieci anni a interpretare sempre lo stesso personaggio. Fa' in modo che il tuo prossimo ruolo sia drasticamente diverso”. Un profeta.
 
Perché lo amiamo. Perché è colorato e assurdo, divertente e visionario, ma allo stesso tempo angosciante. Perché in esso c'è tutto ciò che rende Gilliam uno dei più grandi registi americani del Ventesimo Secolo. E perché, come detto, non c'è altro film in grado di rendere in maniera così dettagliata e potente l'impatto delle droghe sulla psiche umana. “Partiamo a tutta velocità, la droga fa effetto e sei decollato! Whoa! Tutto è folle, oltraggioso, il tappeto si muove e tutti ridono e si divertono – spiega Gilliam – Ma poi, lentamente, i muri iniziano a chiudersi e ti sembra che non uscirai mai più da questo dannato posto”. Praticamente come quando la paranoia degli anni '70 prese il posto dell'ottimismo anni '60.
 
La scena da antologia. Johnny Depp, in preda alle allucinazioni più selvagge, si ritrova nel mezzo di uno “zoo di rettili”: gli avventori di un bar si trasformano in lucertole giganti e danzano, mentre Raoul si guarda intorno in preda alla paranoia.

 
I premi. Macché, totalmente ignorato. Fu candidato alla Palma d'Oro a Cannes, ma niente di fatto.
 
Dove e quando. Italia 1, ore 00:20. Preparate l'aspirina.