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Stasera in TV 9 giugno: Toni Servillo indossa la tonaca per Le confessioni di Roberto Andò

Un thriller psicologico ed esoterico, complesso e spiazzante, ci permette più che mai di godere delle qualità del grande attore.

09.06.2017 - Autore: Mattia Pasquini (Nexta)
Un suicidio spezza l'inerzia di un incontro delicato, una manovra segreta: a discuterne una sessione del G8 messa in scena da Toni Servillo, Daniel Auteuil, Connie Nielsen, Pierfrancesco Favino, Lambert Wilson, Marie-Josée Croze e Moritz Bleibtreu. Protagonisti importanti di Le confessioni di Roberto Andò, film ricco di significati e di inquietudine.

Il film. Siamo in Germania, in un albergo di lusso dove sta per riunirsi un G8 dei ministri dell’economia pronto ad adottare una manovra segreta che avrà conseguenze molto pesanti per alcuni paesi. Con gli uomini di governo, ci sono anche il direttore del Fondo Monetario Internazionale, Daniel Roché, e tre ospiti: una celebre scrittrice di libri per bambini, una rock star e un monaco italiano, Roberto Salus. Accade però un fatto tragico e inatteso e la riunione deve essere sospesa. In un clima di dubbio e di paura, i ministri e il monaco ingaggiano una sfida sempre più serrata intorno al segreto. I ministri sospettano infatti che Salus, attraverso la confessione di uno di loro, sia riuscito a sapere della terribile manovra che stanno per varare, e lo sollecitano in tutti i modi a dire quello che sa. Ma le cose non vanno così lisce: mentre il monaco – un uomo paradossale e spiazzante, per molti aspetti inafferrabile – si fa custode inamovibile del segreto della confessione, gli uomini di potere, assaliti da rimorsi e incertezze, iniziano a vacillare…



Dietro le quinte. Il film è stato girato in un albergo a Heilingendamm, in Germania, dove il regista dichiarò di aver trovato quello che cercava: "un realismo che potesse dar conto dell’aspetto intimo e sfuggente del potere. un luogo dove esterno e interno si confondessero. Che, suo malgrado, fosse di suspense". Nel " gruppo di attori di prima grandezza", come lo definisce sempre Andò, avrebbe dovuto - o potuto - esserci anche Roman Polanski, inizialmente considerato per uno dei ruoli principali.

Perché vederlo. Il solito grande Toni Servillo catalizza l'attenzione e i significati del film di Andò, aiutandolo a svilupparsi nei momenti di maggior oscurità. Visto anche il tema, tra il politico e lo spirituale. Un equilibrio che non è stato facile mantenere, davanti e dietro la macchina da presa. E che gioca un ruolo fondamentale nell'economia della vicenda, spesso volutamente ostica se non incomprensibile. L'obiettivo - raggiunto - è di rendere l'inaccessibilità dell’argomento, dell'etica, la responsabilità e la giustizia sociale, in un sistema che insegue solamente il diktat del profitto. Ma tutto sarebbe stato vano o incredibilmente intollerabile se non ci fosse stato lo stile asciutto, razionale e minimal dell'interprete del monaco Roberto Salus. Capace di aggiungere una venatura thriller a un film dall'estetica curata, estremamente.



La scena da antologia. Probabilmente una di quelle iniziali, nella quale si fissa da subito l’atmosfera grigia, fatta di cerimoniale e ipocrisie, che caratterizza il film… Vediamo il grande salone che accoglie la tavolata dei prestigiosi ospiti, e l’inquadratura, la scelta della fotografia ma forse ancora di più del suono, lasciano intendere il gelo e l’aridità dell’occasione e dei convenuti: le voci rimbombano con uan forte eco nella sala vuota, a significare che i grandi del mondo sono soli a deciderne le sorti. E’ una serata speciale, si annuncia con un ghigno servile, in cui il Presidente dell’Fmi festeggia il suo compleanno. La carrellata sugli ospiti (tra i quali abbiamo scelto Pierfrancesco Favino e Connie Nielsen per fare due chiacchiere) sembra volerne evidenziare il loro essere omologati, parte della stessa casta. L’unico a distinguersi visivamente è padre …, con il suo abito bianco sacerdotale, immacolato segno di purezza in mezzo a tanta oscura corruzione spirituale. Ma il Presidente rompe subito la farsa, con un gesto inatteso e completamente fuori luogo in qualsiasi cerimoniale: prima cattura l’attenzione degli ospiti e poi infrange il bicchiere davanti a lui con una mela, mentre sottolinea l’impotenza umana nel controllare le conseguenze delle sue azioni.

I premi. Nastro d'argento per la Migliore fotografia di Maurizio Calvesi, e solo altre due nomination per il miglior film (Roberto Andò) e il Miglior sonoro in presa diretta (Fulgenzio Ceccon). Cinque invece (ma senza nessuna vittoria) le candidature ai David di Donatello: Miglior sceneggiatura originale a Roberto Andò e Angelo Pasquini, Miglior produttore a Angelo Barbagallo e Rai Cinema, Miglior attore protagonista a Toni Servillo, Miglior attore non protagonista a Pierfrancesco Favino e Migliore autore della fotografia a Maurizio Calvesi.

Dove e quando. Alle 21.20 su Rai 3, canale 3 del digitale terrestre e della piattaforma satellitare TivùSat.