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Stasera in TV, 8 marzo: Mel Gibson e il suo Braveheart da Oscar

Con il film del 1995 l'attore e regista statunitense vinse ben due statuette, entrando nella storia del cinema.

Da Braveheart a Star Wars, venti scene da pelle d'oca nel grande cinema

08.03.2017 - Autore: Mattia Pasquini (Nexta)
Discusso e sanguigno, Mel Gibson resta un personaggio molto amato dal pubblico televisivo che, dopo aver rivisto negli ultimi tempi il vecchio 'Guerriero della strada', Apocalypto, What Women Want e Mr. Beaver oggi può rivedere l'epico Braveheart - Cuore impavido del 1995. Forse la prova più fortunata del regista di Peekskill, che i critici ribattezzarono 'Mad Mac' e nella quale sarà interessante cercare le analogie con il recente Hacksaw Ridge.

Il film. Nel tardo tredicesimo secolo, William Wallace torna in Scozia, la sua terra, dopo molti anni passati lontano. Il re di Scozia È morto, e re Edoardo I d'Inghilterra, il Plantageneto, si è insediato al suo posto. Dopo la morte del padre e l'assassinio della moglie, Wallace tiene testa agli oppressori inglesi guidando la sua patria attraverso la lunga e sanguinosa guerra di liberazione.



Dietro le quinte. Si tende a dimenticare che per occuparsi di questo film, Mel Gibson rifiutò la proposta ricevuta di essere il nuovo James Bond in GoldenEye (ma anche il due-facce di Batman Forever e Simon Templar in Il santo). Una scelta che lo ripagò abbondantemente, come la scelta di dedicarsi soprattutto alla regia che all'interpretazione (non a caso tutte le scene girate davanti alla macchina da presa furono chiuse in una o due prove). E che gli costò tanta fatica quanto girare tre film del franchise di Arma letale di fila (come disse lui), anche per i centocinque giorni di riprese on location, che in compenso gli risparmiarono discussioni con i rappresentati degli Studios.

Perché vederlo. Dichiaratamente ispirato allo Spartacus del 1960, il film avrebbe potuto avere una sorta di seguito televisivo (http://www.film.it/news/film/dettaglio/art/una-serie-tv-per-braveheart-18925/). Impossibile a priori, probabilmente, e forse anche per le tante - insensate - critiche di poca autenticità storica, cui lo stesso Gibson rispose difendendo la propria scelta narrativa. Ed è proprio la "esperienza cinematografica" di cui parla a dare la misura del successo della vicenda, che comunque resta emozionante e trascinante. A tratti eccezionale nella sua spettacolarità e convincente sul piano romantico, capace inoltre di miscelare umorismo ed epica.



La scena da antologia. Senza dubbio il discorso che Randall Wallace tiene davanti ai propri guerrieri scozzesi prima della battaglia decisiva di Stirling, quella decisiva per le sorti della prima Guerra di indipendenza scozzese combattuta l'11 settembre 1297. Per girarla ci vollero sei settimane e circa centocinquanta chilometri di pellicola (90 ore e più), per non parlare delle quattro ore che ci volevano ogni volta per vestire e truccare l 1.400 comparse, per la maggior parte membri della riserva dell'esercito irlandese. In compenso, dopo tanto confliggere, l'infortunio peggiore registrato fu solo di un naso rotto… e tanta paura per il cavallo di Gibson, che tendeva a scappare ogni volta che il suo fantino urlava le battute.

I Premi. L'accoppiata riuscita a Mel Gibson (Miglior Film e Miglior Regista) è di quelle che non si vedono spesso, anzi! Ma fu solo una parte del successo di quella edizione, dove il film vinse anche i premi di Miglior Fotografia, Miglior Trucco  Miglior Montaggio Sonoro sulle 10 nomination complessive. Vittorie anche ai Golden Globe (Regia), ai BAFTA (costumi, fotografia e sonoro), agli Empire Award (Miglior Film) e del Premio Flaiano Pegaso d'Oro per la migliore attrice straniera a Catherine McCormack.

Dove e quando. Alle 21.15 su rete 4, canale 4 del digitale terrestre e della piattaforma satellitare TivùSat.