Woman in Gold di Simon Curtis racconta la storia (realmente accaduta) di Maria Altmann, una donna americana di origine austriaca, sopravvissuta all'Olocausto, che fece causa al governo austriaco per ottenere un risarcimento dopo la sottrazione alla sua famiglia di un quadro di Klimt, Ritratto di Adele Bloch – Bauer, l'Adele del ritratto fu la zia molto amata di Maria, durante la Seconda Guerra Mondiale da parte dei nazisti.
Così la storia di Maria diventa una parabola sulla Shoah, ma anche un racconto che parla di giustizia e di libertà con una grande interprete in grado di descrivere ampie sfumature di sentimenti diversi.
Il film. La lotta legale di Maria (Mirren) affiancata dall'avvocato Randol (Reynolds) diventa anche - velatamente - una celebrazione dell'America più libertaria, in grado, con la sua aspirazione alla giustizia, di riparare i torti subiti nei confronti di una donna che pur non essendo nata sul suolo americano ha abbracciato i valori profondi del Paese che l'ha adottata.
Dietro le quinte. Si stima che oltre 100 mila opere d'arte furono trafugate dai nazisti e mai recuperate dai possessori originali.
La scena da antologia. L'arringa di Randol di fronte alla Corte americana che ricorda ai giudici la radice profonda dell'America libertaria.
Perché vederlo. Un dramma emozionante sospeso tra passato e presente.
Dove e quando. Mercoledì 3 gennaio alle ore 21:10 su Canale 5.
