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Stasera in TV, 3 aprile: Rocky, il capolavoro che lanciò Sylvester Stallone

Un classico del cinema americano stasera su Rai Movie: il primo Rocky, diretto nel 1976 da John G. Avildsen e vincitore di tre premi Oscar

Rocky

03.04.2016 - Autore: Marco Triolo (Nexta)
Questa sera, Rai Movie propone un classico senza tempo: l'originale Rocky, il primo capitolo della saga pugilistica che ha reso Sylvester Stallone una delle più grandi stelle del firmamento Hollywoodiano. Ecco perché (ri)vederlo.

Il film. Rocky Balboa è un pugile di Filadelfia con una carriera mai decollata, costretto a lavorare come esattore per un piccolo boss della malavita, ma che non ha mai smesso di sognare. Un giorno, per puro caso, il campione del mondo dei pesi massimi Apollo Creed (Carl Weathers) lo sorteggia come suo sfidante in un match dimostrativo. Ma Rocky, che nel frattempo ha iniziato a frequentare Adrian (Talia Shire), la sorella del suo migliore amico Paulie (Burt Young), è deciso a fare del suo meglio per dimostrare di essere un campione, contro ogni previsione.



Dietro le quinte. È Stallone la mente dietro al film, che scrisse in tre giorni dopo aver visto in televisione lo scontro tra Muhammad Ali e Chuck Wepner, che durò molto più del previsto sul ring con il campione. La United Artists acquistò la sceneggiatura, pensando di affidare il ruolo a una star affermata come Robert Redford, Ryan O'Neal, Burt Reynolds o James Caan. Ma Stallone lottò per interpretare il ruolo di persona, visto che il film, al di là della boxe, non è tanto un film sportivo quanto autobiografico, un'allegoria della lotta di un giovane attore per emergere nel mondo del cinema. Uscito nel 1976, Rocky costò poco più di un milione di dollari e ne incassò 225 nel mondo. Un successo travolgente che segnò la cultura popolare e aprì la strada a una vera e propria saga, tornata di recente con lo spin-off Creed.

Perché vederlo. C'è bisogno di dirlo? Perché è un classico, un capolavoro del cinema americano a cavallo tra la fine dell'era New Hollywood e l'inizio dell'epoca d'oro del cinema popolare a stelle e strisce. Perché Stallone è all'apice della sua bravura, intenso e coinvolgente, e meritava già allora un Oscar (che non sarebbe mai arrivato). Perché intorno a lui si muove una galleria di personaggi da antologia, non solo Adrian, Mickey (Burgess Meredith) e Apollo Creed, ma anche e soprattutto il geniale Paulie di Burt Young. Infine, per la colonna sonora di Bill Conti, un inno al riscatto dell'uomo della strada.



La scena da antologia. Rocky si allena correndo per le strade di Filadelfia, accompagnato da Gonna Fly Now di Bill Conti, e corre sulla scalinata del Philadelphia Museum of Art, raggiungendone la vetta. La scena è talmente leggendaria che quegli scalini, oggi, sono noti come “Rocky Steps”.

I premi. Tre Oscar: miglior film, regista (John G. Avildsen) e montaggio.

Dove e quando. Su Rai Movie, alle 21:15.

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